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“Zero Day”, una serie televisiva prodotta a Taiwan che racconta di un attacco da parte della Cina, ha suscitato preoccupazioni e accese discussioni.

Anche se non è ancora andata in onda, la serie “Zero Day” è diventata un fenomeno a Taiwan dopo una sintesi di 17 minuti.

La serie, composta da 10 episodi, sarà presentata in anteprima solo l’anno prossimo, ma è già ampiamente discussa nella società taiwanese e fortemente contestata dai partiti di opposizione pro-Cina.

Il motivo è che la storia dello show sarà incentrata su come potrebbe essere la situazione a Taiwan durante un’invasione cinese.

Cheng Hsin-mei vuole scuotere l’ignoranza

La produttrice della serie, Cheng Hsin-mei, ha detto che voleva che il programma “scuotesse” i taiwanesi a discutere di questa possibilità. La produttrice ritiene che la popolazione dell’isola sia riluttante e indolente di fronte alla minaccia di una possibile invasione da parte della Cina.

“Come ci si mobiliterà in caso di guerra, come si affronterà questa possibilità – nessuno ne parla veramente”, ha detto Cheng, che è anche sceneggiatore dello spettacolo.

Il regista ritiene che, sebbene la gente sia riluttante a parlare della minaccia, “è la più grande paura nel cuore di ogni taiwanese”.

Ha anche rivelato che alcuni noti attori taiwanesi hanno rifiutato i ruoli offerti loro nella serie per paura di essere inseriti nella lista nera della Cina o di perdere la sponsorizzazione.

L’industria cinematografica taiwanese non ha mai affrontato la possibilità di un’invasione cinese.

Nonostante si sia parlato molto di come potrebbe essere un’eventuale invasione cinese di Taiwan, il tema non è mai stato affrontato nel cinema taiwanese, né in una serie né in un film.

La polemica che è scoppiata su “Zero Day” arriva dopo che i produttori hanno recentemente rilasciato un trailer ufficiale della serie. Si tratta di un trailer di 17 minuti, più simile a un cortometraggio che a un trailer convenzionale per un film o una serie.

Dal crollo finanziario al blocco di chi vuole lasciare l’isola, la resa cinematografica dell’atmosfera di un’invasione non ha lasciato indifferente la piccola società isolana.

I critici della serie televisiva, per lo più appartenenti all’opposizione filo-cinese, sostengono che il film sia un’opera di propaganda filo-governativa. Il Partito Democratico Progressista di Taiwan, al governo, respinge le rivendicazioni di Pechino sull’isola. Il partito si è organizzato all’inizio di quest’anno, a poca distanza dal candidato del Kuomintang (KMT).

Il partito è noto per la sua campagna a favore di relazioni più strette con la Cina, anche se i suoi politici negano fermamente di essere asserviti agli interessi di Pechino.

“È l’equivalente di uno spot elettorale”.

Jaw Shaw-kong, un influente politico del KMT e candidato alla vicepresidenza nelle elezioni di gennaio, è uno dei critici più veementi della serie prodotta da Cheng.

“È un uso del potere statale a favore della propaganda del Partito Democratico Progressista”, accusa. “È l’equivalente di uno spot elettorale”, ha aggiunto.

I critici sottolineano il fatto che la serie ha ricevuto finanziamenti dallo Stato, che ha anche messo a disposizione dei produttori diverse basi militari e il palazzo presidenziale per le riprese.

Ma Lo Ging-zim, uno dei registi di “Zero Day”, afferma che non è affatto insolito che le produzioni cinematografiche, comprese le commedie e i film horror, ottengano sovvenzioni dal governo taiwanese. Egli garantisce che il governo non ha in alcun modo cercato di influenzare la direzione artistica della serie.

Lo dice di aver accettato l’offerta di dirigere uno degli episodi della serie dopo aver visto l’invasione russa dell’Ucraina e la guerra che ne è seguita.

Alcuni analisti hanno avvertito che una vittoria russa in Ucraina potrebbe incoraggiare la Cina a lanciare la propria invasione di Taiwan.

Lo ha spiegato che la serie “Zero Day” mostrerà come un’eventuale invasione cinese potrebbe essere vista dai comuni cittadini dell’isola e come questi potrebbero essere “bombardati” da un’ondata di disinformazione promossa dai canali pro-Cina sui social media.

Negli ultimi anni la Cina ha intensificato drasticamente la sua retorica aggressiva nei confronti di Taiwan, affermando di essere “più capace che mai” di completare la “riunificazione” dell’isola.

Come sempre, potete trovare altre novità dal mondo dei film e delle serie televisive, così come altre notizie interessanti, nella rubrica HotNews Nerd Alert, che appare sul sito ogni fine settimana:

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Luca

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