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Zema, Caiado e Ratinho Jr. tacciono su Bolsonaro – 22/11/2024 – Power


I governatori Romeu Zema (Novo-MG), Ronaldo Caiado (Unione Brasile-VAI) e Ratinho Jr. (PSD-PR), elencati come candidati di destra alla presidenza nel 2026, hanno deciso di ignorare il accusa dell’ex presidente Jair Bolsonaro (PL) e alleati nell’indagine della polizia federale sull’ complotto del colpo di stato.

Fino al primo pomeriggio di venerdì (22), non avevano commentato pubblicamente il caso. IL Foglio os ha chiesto, ma non ha ricevuto risposta fino alla pubblicazione di questo rapporto.

Un altro candidato a candidarsi per l’elettorato di Bolsonaro nel 2026, il governatore di San Paolo, Tarcísio de Freitas, si è espresso in difesa di Bolsonaro in un post sui social media giovedì sera (21).

Tarcísio ha affermato che l’indagine del PF “manca di prove”, ma non ha dettagliato le sue argomentazioni. Inoltre non ha commentato il sospetto citato dal PF di un piano del governo Bolsonaro per assassinare Lula (P.T), o vizio, Geraldo Alckmin (PSB) e il ministro della STF Alessandro di Moraes.

Condannato due volte dal TSE, una per attacchi e menzogne ​​sul sistema elettorale e un’altra per l’uso politico del 7 settembre, l’ex presidente non è eleggibile almeno fino al 2030.

Nonostante siano alleati di Bolsonaro, i governatori Ronaldo Caiado e Ratinho Jr. hanno avuto attriti con lui alle elezioni municipali.

A Goiânia, Bolsonaro ha sostenuto Fred Rodrigues (PL) contro il candidato di Caiado, Sandro Mabel (União Brasil). A Curitiba, il PL dell’ex presidente era sul biglietto di Eduardo Pimentel (PSD), sostenuto da Ratinho Jr, ma Bolsonaro ha anche registrato un video in cui diceva di sostenere Cristina Graeml (PMB).

Per il presidente esecutivo nazionale dell’União Brasil, Antônio de Rueda, la situazione dell’ex presidente rafforza i nomi di Caiado, Zema, Ratinho e Tarcísio per le prossime elezioni. “La visione che ogni essere umano brasiliano medio può ottenere è questa visione di empowerment”, dice.

Il silenzio di Zema e Caiado sull’incriminazione di Bolsonaro è in contrasto con la posizione adottata dai capi dell’esecutivo la settimana scorsa in relazione all’attentato dinamitardo in Praça dos Três Poderes, a Brasilia.

All’epoca Caiado incolpò il governo Lula, mentre Zema, sulla stessa linea di Bolsonaro, disse che si era trattato di un atto isolato.

L’indagine che ha incriminato l’ex presidente e altre 36 persone si è conclusa giovedì dopo quasi due anni di indagini.

Un’operazione lanciata dal PF all’inizio della settimana ha arrestato quattro militari e un agente della polizia federale e ha scoperto un complotto golpista che prevedeva la morte di Lula, del vicepresidente Geraldo Alckmin (PSB) e del ministro Alexandre de Moraes. relatore del caso presso la STF (Corte suprema federale).



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Luca

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