Da un decennio l’Ucraina cerca di mantenere le distanze dalla Chiesa ortodossa russa.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato sabato una legge che permetterà di vietare alle organizzazioni affiliate alla Chiesa ortodossa russa, compresa la Chiesa ortodossa ucraina (UOC), di operare sul territorio del Paese. Lo riferisce la TASR, secondo quanto riportato dall’AFP.
Secondo Zelensky, questa mossa rafforzerà l’indipendenza del Paese. “Oggi la Chiesa ortodossa ucraina compie un passo verso la liberazione dai diavoli di Mosca”, ha dichiarato. Il Parlamento ucraino ha approvato la legge il 20 agosto. Mosca, tuttavia, ha criticato la legislazione.
L’Ucraina ha cercato di mantenere le distanze dalla Chiesa ortodossa russa dal 2014, ricorda l’AFP. L’UOC, che fa capo al Patriarcato di Mosca, ha dichiarato l’indipendenza dalla Chiesa ortodossa russa nel 2022 dopo l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, ma non si è formalmente autocefala.
Le autorità ucraine ritengono che l’UOC non abbia di fatto interrotto le relazioni con Mosca e che alcuni membri del clero continuino a dichiarare fedeltà a Mosca. L’Ucraina sta cercando di smascherare questi chierici.
Il Patriarca Kirill di Mosca e di tutte le Russie è uno stretto alleato del Presidente russo Vladimir Putin e ha anche espresso il suo sostegno all’invasione russa dell’Ucraina.
Sabato l’Ucraina celebra il 33° anniversario della sua indipendenza dall’ex Unione Sovietica nel 1991 e sabato ricorrono anche i due anni e mezzo dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ricorda l’AFP.