Secondo un’analisi di Danny Zahreddine, professore di relazioni internazionali della PUC Minas, le recenti azioni militari di Israele contro Hezbollah hanno portato ad un significativo indebolimento del gruppo libanese. Tuttavia, nonostante i danni subiti, Hezbollah mantiene ancora una certa capacità deterrente nei confronti di Israele.
Secondo Zahreddine, la superiorità aerea e di intelligence israeliana ha avuto un notevole impatto negativo su Hezbollah da quando il conflitto si è intensificato il 1° ottobre, data che segna l’inizio della cosiddetta “Terza Guerra del Libano”. I bombardamenti e le azioni di decapitazione delle tre linee di comando del gruppo, compresi i comandanti tattici e sul campo, hanno contribuito a questo indebolimento.
Vantaggi e svantaggi sul campo di battaglia
L’esperto sottolinea che, nonostante il vantaggio israeliano negli attacchi aerei, Hezbollah ha un vantaggio significativo negli scontri terrestri. Questa dinamica è diventata evidente con l’inizio dell’invasione terrestre israeliana, sempre il 1° ottobre.
L’accettazione di un cessate il fuoco da entrambe le parti dopo 57 giorni di conflitto è vista da Zahreddine come un’indicazione che Hezbollah è riuscito a mantenere qualche elemento di deterrenza nei confronti di Israele. Tuttavia, il professore sottolinea che la fragilità del gruppo è molto più evidente oggi che durante la guerra del 2006.
L’annuncio del cessate il fuoco, fatto dalla Casa Bianca e confermato a Gerusalemme dal primo ministro Benjamin Netanyahu, ha sorpreso alcuni osservatori. Questo perché Hezbollah aveva precedentemente dichiarato che non avrebbe accettato una tregua finché il conflitto a Gaza fosse continuato. Il cambiamento di posizione del gruppo libanese suggerisce una rivalutazione della sua strategia alla luce delle perdite subite.