Se stai pensando di chiudere il tuo tradizionale, il mezzi di comunicazione tradizionali, siano essi carta stampata, reti radiofoniche o televisive. “Stanno morendo”, “Vi hanno mentito”, “Vogliono distruggere la libertà di espressione”, “Il giornalismo partecipativo è l’unico modo per sfuggire alla macchina della propaganda dei media tradizionali”, “I media tradizionali sono il braccio della propaganda dei radicali di sinistra, quindi perseguiranno immediatamente chiunque voglia semplicemente politiche centriste e giustizia per tutti”.
Questa persecuzione e demolizione del giornalismo è stata uno degli assi centrali della sua campagna elettorale e, sulla base dei risultati, ha colpito ampi settori della società americana. Donald Trump ha vinto le elezioni, ma Musk continua ad attaccare i giornalisti con lo stesso livello di dedizione e virulenza, che risponde alla necessità di cercare di liquidare l’unico grande contropotere che sembra restare sul suo cammino.
Le elezioni negli Stati Uniti hanno consolidato la posizione di Musk come attore politico globale e promotore di un ecosistema informativo che rompe tutti gli schemi e viene seguito con entusiasmo dai partiti populisti di tutto il mondo. Molti cittadini sembrano ora sentirsi a proprio agio nel districarsi nel mix di informazione e disinformazione e accettare il menu attuale fornito loro influencer favoriti ideologici pieni di video e meme di “bullismo digitale” degli oppositori politici. Perché leggere un articolo quando ci si può indignare a proprio agio, piangere di commozione o ridere per gli avvenimenti di decine di utenti che attaccano uno degli ormai designati “nemici del sistema”: giornalisti, scienziati, giudici… Sì Democrazia ha bisogno di cittadini informati per sopravvivere, le autocrazie che occupano il terreno hanno bisogno di comunità di seguaci per nutrire una realtà alternativa scolpita dalle bufale.
Oggi, sul Twitter dai mille volti, convivono pornografia, comunicazioni di governi e istituzioni, elogi a Hitler, servizi di emergenza, truffe finanziarie e, a breve, pubblicità di aziende rispettabili che annunciano il loro ritorno a X che Musk ha vinto. X non è più solo un social network; È un imponente dispositivo di comunicazione politica al servizio del prossimo governo di un Paese e delle forze radicali di tutto il mondo. Una potente macchina di propaganda che cresce e cresce, alimentata in parte dalla passività dei regolatori nazionali ed europei di fronte a tutti i suoi eccessi. Stiamo camminando verso una collisione di modelli politici, sociali e di comunicazione che avrà in X uno dei suoi scenari principali con la disinformazione e la manipolazione di massa come armi preferite.
Questo conflitto ha bisogno di giornalisti sul campo, corrispondenti di questa guerra che abbiamo dovuto vivere, professionisti che ne comprendano le dinamiche, identifichino gli attori nelle controversie più sporche, denuncino tutti gli abusi e affrontino i poteri pubblici con il loro silenzio complice e irresponsabile. È urgente informare i cittadini e ricorrere a tutta l’artiglieria di piattaforme e narrazioni che l’età d’oro della comunicazione digitale ci offre. Questa è la battaglia decisiva del giornalismo. Devi prima vincere e uscire da X più tardi.