La STF ha concesso il pagamento per gli emendamenti dei deputati e ha finito per causare un’enorme irritazione nella legislatura. Cosa vuol dire se torneranno i soldi sospesi ai parlamentari? La STF si è impegnata a regolamentare le condizioni per l’erogazione del denaro e, soprattutto, quanto potranno crescere d’ora in poi queste risorse nelle mani dei parlamentari.
L’irritazione del Parlamento deriva dal fatto che il ministro Flávio Dino, con il sostegno della plenaria, ha chiarito di non gradire l’attuale sistema di governo del Brasile, che, secondo il ministro, non è né presidenziale, né parlamentare, né semipresidenziale. . “Si tratta di un sistema di governo assolutamente unico”, ha affermato il ministro. “Una jabuticaba.”
In effetti, il Legislativo ha ampliato i suoi poteri rispetto all’Esecutivo, soprattutto nell’allocazione delle risorse attraverso il bilancio pubblico, risultato di un lungo periodo di dirigenti deboli e di un Parlamento che, imponendo emendamenti, si sente non più un ostaggio del Palazzo di Plateau. Non è così che vede la situazione l’attuale governo.
Senza voti nella legislatura per cambiare l’equilibrio delle forze, il governo ha effettivamente stretto un’alleanza con la Corte Suprema per cercare di invertire questa situazione politica. Pertanto, la questione degli emendamenti ha da tempo cessato di essere un problema di trasparenza – sebbene lo sia anche – per diventare una disputa cruciale tra poteri, in cui l’esecutivo e il potere giudiziario si confrontano con il legislativo. Con la Magistratura che vuole compensare la debolezza politica dell’Esecutivo, che è anche una jaboticaba: la Magistratura che cerca di correggere ciò che nella politica è nato ed è cresciuto con essa.