Brasile e Francia sono coinvolti in un grave contenzioso, e non si tratta di soldi. E’ per principio. Una grande catena di supermercati francese ha deciso di non vendere carne proveniente dai paesi del Mercosur, adducendo problemi di qualità. Pura cortina di fumo. Si tratta, infatti, di puro e semplice protezionismo. In questo caso, per proteggere gli agricoltori francesi.
Il volume della carne venduta dal Brasile alla Francia è molto basso, così come lo sono le quantità. Ma ciò che conta è il gesto politico: la catena di supermercati francese, diffusa anche in Brasile, vuole restare in regola con il governo di Parigi. Finora, niente di troppo insolito.
La questione è piuttosto seria a causa di altri due fattori di enorme rilevanza per il Brasile, che è una superpotenza nella produzione alimentare. In primo luogo, la questione del protezionismo sta peggiorando e l’avvento di Trump al potere negli Stati Uniti renderà il problema ancora più spinoso.
In secondo luogo, l’Europa in generale e la Francia in particolare non sono in grado di competere ad armi pari con i produttori brasiliani. Ma hanno molta forza come organismo che stabilisce regole che finiscono per essere valide in molti mercati, compresi quelli lontani dall’Europa.
Si tratta di una lotta politica – anche geopolitica, se si vuole – che va ben oltre il commercio. In un famoso combattimento di 60 anni fa, la Francia inventò contro il Brasile che le aragoste nuotano invece di camminare. Il fatto è che, se nuotasse, la Francia potrebbe pescare aragoste nelle nostre acque, ma se camminasse, non potrebbe. Questa volta è un po’ peggio. La Francia inventa la regola se le aragoste nuotano o camminano.