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Volere e amare, sulla serie ‘Volendo’ | Cinema e televisione



La cosa viene da lontano, chiaramente. Ad esempio, san Paolo nella prima lettera ai Corinzi esortava all’obbedienza ai nostri coniugi: «Il marito adempia il suo dovere coniugale verso la moglie, e la moglie faccia lo stesso verso il marito. Non è la moglie a disporre del proprio corpo, ma il marito, così come non è il marito a disporre del proprio corpo, ma la moglie. Non rifiutatevi a vicenda, se non di comune accordo e per un certo tempo, per dedicarvi alla preghiera; ma poi hai di nuovo rapporti coniugali.’ In altre parole, non importa se lo vuoi o no, quando ti sposi doni il tuo corpo all’altra persona e il sesso diventa un dovere coniugale. che grucce Ma continuiamo ancora a trascinare questo tipo di schifezze.

Volere significa amare e anche volere. È un titolo magnifico perché cattura esattamente i due temi che tratta la serie a cui dà il nome: da un lato, le diverse concezioni, a volte deliranti, che le persone possono avere di cosa significhi amare in ambito di coppia; dall’altro il desiderio di fare sesso con qualcuno. Vuoi o no? Sei d’accordo o no? E soprattutto, cosa comprende questo “sì, voglio” che alcuni hanno dato ai piedi dell’altare? Dove sono i limiti, come vengono dimostrati? Dove finisce quella fottuta sfrenata che tutti noi (tutti noi) abbiamo attraversato prima o poi, e dove inizia lo stupro? Esatto, sono due cose ben differenziate sia dalla nostra testa che dal nostro corpo, ma c’è un gaslighting sociale che compensa la confusione. Perché non basta invocare il consenso: a volte le conseguenze di dire sì possono essere meno disastrose di quelle di dire no. A volte dire sì è il male minore. La piccola disgrazia, se una cosa del genere esiste.

Sono interessato a molte cose di questa serie. Mi interessa enormemente il carattere del marito, un uomo che non arriva mai a capire perché viene accusato; l’incoscienza del male è sinistramente reale. Mi interessa la sottigliezza. Mi interessa il finale. Mi interessa la freddezza del processo giudiziario. Mi interessa il realismo di quasi tutto, tranne l’ideologia dei bambini, da cartone animato, opposta. Mi interessa come parli dell’apprendimento inconscio dei ruoli all’interno dell’ambiente familiare. Mi interessa come in esso si rifletta la violenza economica che da decenni viene perpetrata sulle donne e che le ha incatenate.

Non smettiamo di parlare di violenza sessista. Ora toccano gli abusi sessuali all’interno del matrimonio. Anche Les dones i les dies ha dedicato un programma all’argomento la settimana scorsa con una testimonianza di prima mano che, tra l’altro, contribuisce a far pesare l’idea che la violenza sessista avvenga in ambienti socioeconomici precari e tra persone senza istruzione. È stato lì che ho sentito i dati: secondo i dati di un rapporto CIS del 2023, due spagnoli su dieci credono che costringere un partner a fare sesso non dovrebbe essere un crimine. strisciante Non lasceremo un solo melone intatto.



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