Premio Nobel per la letteratura nel 2010, il peruviano Mario Vargas Llosa, 88 anni, ha annunciato che il suo ultimo libro, “Dedico a Você Meu Silêncio”, è l’ultimo romanzo della sua scrittura, anche se vorrebbe ancora pubblicare un saggio sul filosofo francese Jean -Paul Sartre, il suo insegnante in gioventù.
Uscito da Alfaguara lo scorso novembre, l’opera è lungi dal poter essere paragonata a quanto scrisse per vincere il Premio Nobel.
In esso, tuttavia, presenta l’interessante tesi secondo cui la musica può essere uno strumento per unificare un paese, in questo caso il valzer peruviano.
Appassionato di calcio, cita due volte Héctor Chumpitaz, considerato il miglior difensore della storia del calcio peruviano, ma è lui che dà alla musica, e non al pallone, il più grande potenziale di unità.
Llosa era un entusiasta di Fidel Castro e lo sostituì con Alberto Fujimori, in una metamorfosi impressionante da un estremo all’altro, motivo per cui deluse i vecchi lettori e non ne ottenne di nuovi, poiché i fascisti, di regola, hanno un’avversione per cultura.
Ho incontrato Llosa nella sala stampa dello stadio Ramón Sánchez Pizjuán, a Siviglia, ai Mondiali del 1982, ospitato da Alberto Dines, che era stato con lui professore in visita alla Columbia University, a New York.
Llosa ha seguito i Mondiali per il quotidiano spagnolo ABC, e Dines, per la rivista Playboy, e è stato il grande giornalista brasiliano ad aprire il suo magistrale reportage con una citazione del poeta peninsulare Federico García Lorca per riferirsi all’apertura dei Mondiali: “Alle cinque del pomeriggio Erano le cinque del pomeriggio.”
Tornando a Llosa, autore di gioielli come “Conversa na Catedral” e “Tia Julia e o Escrivinhador”, non leggerlo per ragioni ideologiche equivale a fare lo stesso con Nelson Rodrigues, una sciocchezza.
Pur non avvicinandosi ai suoi libri migliori, questo “Dedico a Você Meu Silêncio”, 205 pagine, vale, a partire dal titolo, per l’audacia della tesi sul potere unificante della musica, nonostante egli vedesse qualità erotiche nel Valzer peruviano che non identifica né il tango né la samba come un peccato sciovinista.
In tempi di polarizzazione, in cui c’erano persone energiche capaci di tifare contro Fernanda Torres ai Golden Globes, forse solo il calcio, ai Mondiali, è capace di unire una nazione. E guarda lì, perché ci sono polemiche.
VACANZE IN SERIE
“My Dear Caretaker”, “Nothing” e “The Museum” sono importanti serie argentine della Disney dirette dal duo Gastón Duprat e Mariano Cohn.
Inoltre le vacanze hanno dato il tempo di guardare “The Hunt”, con Al Pacino, su Prime Video.
E il bellissimo “Il treno della felicità italiana”, su Netflix, basato su fatti realmente accaduti nell’Italia del dopoguerra.
Se i rari lettori vogliono divertirsi ancora di più, cercano l’intero “El Clásico” che ha deciso la Supercoppa spagnola, nella clamorosa vittoria per 5-2 del Barcellona sul Real Madrid, nella notte in cui Raphinha ha schierato Vinicius Junior, Mbappé e Bellingham in la tasca.
DIVENTA MODA
Gisele Bündchen viene denunciata per aver pubblicizzato un istituto finanziario causando perdite agli investitori.
È controverso, ma se la tendenza prenderà piede nelle famiglie distrutte dalle scommesse, ci sarà la febbre alta nel mondo di chi le pubblicizza.
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