Un’azienda colombiana chiede la revoca del marchio “Coca-Cola” per “difendere” la foglia di coca

Un’azienda indigena colombiana che sostiene di agire “in difesa della foglia di coca” sta chiedendo al governo di cancellare il marchio della “Cola-Cola”, azienda contro la quale sta muovendo diverse accuse, riporta .

L’azienda colombiana Coca Nasa, che produce bevande energetiche, birra e liquori a base di coca, sostiene che il marchio concesso al gigante multinazionale con sede ad Atlanta viola “i diritti fondamentali dei popoli indigeni” e che il diritto al marchio è stato “abusato” dalla Coca-Cola.

La Coca Nasa sostiene che la Coca-Cola ha una lunga storia di prepotenza nei confronti delle piccole imprese che si arrendono alle sue pretese.

“È come se Davide e Golia combattessero per il colonialismo”, ha dichiarato al Washington Post David Curtidor, uno dei fondatori dell’azienda con sede in Colombia.

“Questi giganti del business arrivano pensando di avere un diritto sul nostro patrimonio culturale e poi possono chiedere che smettiamo di usarlo. Noi diciamo: “Ne abbiamo abbastanza””, ha aggiunto.

“La Coca-Cola Company rispetta tutte le comunità e le loro tradizioni, nonché le leggi e i regolamenti di ogni Paese in cui opera”, ha risposto l’azienda statunitense.

La pianta di coca può essere coltivata legalmente in diversi Paesi sudamericani e per alcuni di essi è una coltura importante.

Nella sua forma non lavorata non ha gli stessi effetti stupefacenti della cocaina, così come il papavero deve essere lavorato per produrre eroina.

Ma la pianta di coca e la Colombia sono state indissolubilmente legate nella seconda metà del XX secolo dal commercio della cocaina, un commercio caratterizzato da violenza, dipendenza e morte.

Curtidor dice di aver fondato l’azienda Coca Nasa nel 1998, in parte proprio per cambiare questa immagine, dato che la pianta di coca è stata usata da tempo immemorabile dalle comunità indigene del Sud America.