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Una verità scomoda: lavorare e non arrivare a fine mese in Catalogna | Notizie dalla Catalogna


Crisi della Catalogna
Immagine d’archivio di una protesta contro la povertà a Barcellona.MASSIMILIANO MINOCRI (EL PAÍS)

Immagina, per un momento, di alzarti presto ogni mattina per andare al lavoro, di portare ogni giorno un Rodalies stracolmo per cercare di arrivare in orario al tuo posto di lavoro e che, nonostante i tuoi sforzi, alla fine del mese la tua busta paga non sia sufficiente per coprirti. uscire dalla povertà. Forse non è il tuo caso, forse non conosci nessuno nel tuo ambiente immediato, ma è una realtà che non può essere ignorata, dato che in Catalogna 287.787 persone soffrono di povertà lavorativa.

La Catalogna è un luogo prospero la cui economia cresce a un buon ritmo e, tuttavia, questa crescita si costruisce sulle spalle di molte persone con un lavoro precario, persone con volti che ci circondano ogni giorno. Gli occupati che più soffrono la povertà lavorano nei bar e nei ristoranti delle nostre strade e piazze; Sono donne, per lo più migranti, che si prendono cura dei nostri anziani per un salario insufficiente e in condizioni di lavoro durissime; sono i cavalieri che ci portano l’hamburger che non vogliamo andare a cercare in una giornata piovosa e, inoltre, sono le mamme che, da sole, devono conciliare un lavoro part-time con la crescita dei propri figli e figlie.

Ora immaginate di avere uno di quei lavori precari e di dover pagare l’affitto, l’elettricità e il carrello della spesa. Hai capito i conti? È stato detto da più parti che l’occupazione è lo strumento migliore contro la povertà, ma come spiegare alle persone con lavori più precari che il loro impegno non è sufficiente? Non possiamo permetterci una Catalogna in cui la disuguaglianza e la povertà diventino croniche nonostante la crescita economica. Sono necessarie e urgenti riforme che raggiungano le persone più vulnerabili, che permettano loro di condurre una vita dignitosa, che trasformino il loro presente di miseria in un orizzonte di speranza.

In questo senso, la Catalogna si trova di fronte a un’opportunità unica per migliorare la vita delle persone. Dobbiamo approfittare del fatto che la Generalitat si assume la gestione del Reddito Minimo Vivente per combinarlo con il Reddito Garantito e ampliare la protezione sociale per i bambini e per quelle persone che lavorano, ma non arrivano a fine mese. È inoltre importante sfruttare l’entrata in vigore della nuova Legge sul Lavoro affinché il Governo riformi ambiziosamente le politiche attive del lavoro, ascoltando e sostenendo i soggetti sociali che hanno progetti innovativi di inserimento lavorativo per riqualificare i lavoratori di livello inferiore e non possono sfuggire alla precarietà.

È necessario che in questo nuovo corso politico catalano l’agenda sociale sia posta al centro, affinché la Catalogna sia la patria della prosperità che tutti desideriamo e meritiamo.

Alejandro García-Gil, responsabile della protezione sociale e dell’occupazione presso Oxfam Intermón



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