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Un tribunale militare della Repubblica Democratica del Congo condanna a morte 26 ribelli dell’M23

Tra gli imputati c’è Corneille Nangaa, ex presidente della commissione elettorale congolese, che è in fuga.

Giovedì un tribunale militare della Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha condannato a morte 26 membri del Movimento ribelle del 23 marzo (M23) per crimini di guerra, partecipazione alla ribellione e tradimento. 21 di loro sono in fuga. Lo riferisce l’AFP.

A marzo, il governo della RDC ha revocato una moratoria sulla pena di morte in vigore dal 2003. L’accusa, in un processo iniziato il 24 luglio, aveva chiesto la condanna a morte per 25 imputati e a 20 anni di carcere per uno.

Il più importante degli imputati è Corneille Nangaa, l’ex capo della commissione elettorale congolese, che è in fuga. Lo scorso dicembre, ha annunciato nella capitale keniota Nairobi la formazione di una coalizione di gruppi ribelli, tra cui l’M23, chiamata Alliance Fleuve Congo (AFC), che mira a rovesciare il governo della RDC. Il tribunale ha ordinato la confisca dei suoi beni a beneficio dello Stato.

Anche il leader dell’M23 Bertrand Bisimwa, il comandante dell’M23 Sultani Makenga e i portavoce dell’M23 Willy Ngoma e Lawrence Kanyuka sono stati condannati a morte.

Hanno cinque giorni per ricorrere in appello

Altri imputati erano membri del Partito Popolare per la Ricostruzione e la Democrazia (PPRD), che si era unito all’AFC. Il PPRD è il partito dell’ex presidente Joseph Kabila, al potere tra il 2001 e il 2019. I cinque imputati presenti al processo hanno cinque giorni di tempo per presentare appello contro il verdetto.

Il movimento M23 è composto in maggioranza da tutsi. Si è formato nell’aprile 2012 con un forte sostegno da parte del Ruanda. Alla fine di marzo 2022, ha lanciato un’offensiva nella provincia del Nord Kivu che ha portato allo sfollamento di centinaia di migliaia di civili.

L’M23 fa parte di decine di gruppi ribelli attivi nella regione orientale della RDC. Molti di essi sono un’eredità del conflitto regionale scoppiato negli anni ’90 dopo la cacciata del dittatore di lunga data Mobutu Sese Seko.

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