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Un nuovo sindaco su cinque avrà fatture da pagare lasciate dal suo predecessore



La maggior parte dei nuovi sindaci insediatisi mercoledì scorso (1°) in tutto il Paese troveranno le bollette comunali pagate in tempo, ma almeno uno su cinque sta già iniziando a gestire i dirigenti locali con gli avanzi da pagare dei loro predecessori.

La stima della Confederazione Nazionale dei Comuni (CNM) mostra che il 22,5% dei sindaci intervistati in un sondaggio realizzato a dicembre ha concluso il proprio mandato presentando progetti di legge agli eletti in ottobre. In totale, l’indagine ha intervistato i manager di 4.400 comuni brasiliani sui 5.500 comuni esistenti.

“Questo scenario mostra le sfide che i dirigenti avvertono in prima linea, soprattutto in un contesto di crescenti responsabilità, senza contropartita di risorse, che sono sempre più concentrate nell’Unione”, ha affermato Paulo Ziulkoski, presidente del CNM.

Dalla stessa indagine emerge che 7 sindaci su 10 tengono i conti dei comuni in crisi da quattro anni, con il 53,1% che addita l’instabilità politica ed economica come motivo delle difficoltà. Nella lista figurano anche gli adeguamenti salariali e sanitari approvati dal Congresso (47,8%), le spese per la realizzazione del censimento (45,1%) e le catastrofi naturali (34,2%).

“Molte volte hanno ragione i sindaci, perché approviamo tante cose, trasferiamo tante responsabilità, più istruzione, più sanità, più trasporti, e spesso dobbiamo trasferire insieme parte dei soldi affinché il sindaco possa realizzare ciò che noi determinare”, ha detto il presidente tra le lamentele dei dirigenti comunali.

Tra queste spese citate all’epoca da Ziulkoski c’è quella relativa all’insegnamento, che grava sul 28% dei circa 470mila dipendenti dei comuni. Secondo lui, il governo precedente ha emesso un’ordinanza che fissava “erroneamente” l’aggiustamento del 33%. “Se fosse il ministro [Fernando] Haddad, stava per dire: ‘dove saranno i soldi per pagare’”, ha chiesto.

Per il direttore dell’ente, il trasferimento supplementare del Fondo municipale di partecipazione (FPM) effettuato l’anno scorso, di 8,6 miliardi di R$, ha contribuito a chiudere i conti in attivo nella maggior parte dei municipi.

“È però necessario e urgente che dibattiamo e realizziamo misure strutturanti per i Comuni, come l’approvazione della PEC Sostenibilità Fiscale e la regolamentazione di una Riforma Fiscale che tenga conto dei presupposti dell’autonomia e del decentramento delle risorse per rafforzare le sedi degli enti”, ha aggiunto Paulo Ziulkoski.

Dall’indagine emerge anche che la fiducia in un miglioramento dei conti comunali quest’anno è ancora in dubbio: il 49,3% ha dichiarato di essere fiducioso o molto fiducioso, e il 49,1% di essere abbastanza o per niente fiducioso.



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Luca

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