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Un nuovo sciopero nei porti degli Stati Uniti potrebbe avere ripercussioni sulle industrie e sul commercio di cereali


Gli analisti avvertono che una possibile ripresa dello sciopero dei lavoratori dell’International Longshoremen’s Association (ILA) nei porti degli Stati Uniti, a partire dal 15 gennaio, potrebbe avere un impatto maggiore sulle industrie nordamericane, compreso quello dei cereali.

A ottobre, uno sciopero di 3 giorni – a seguito di una situazione di stallo sulle estensioni dei contratti – ha paralizzato i porti della costa orientale e del Golfo, tra cui il porto di New York e New Jersey e il porto di Savannah, in Georgia.

Il primo sciopero ha interessato solo le spedizioni di container: negli Stati Uniti la maggior parte del grano viene trasportato sfuso. Ma, se l’eventuale nuovo sciopero dovesse durare più di qualche giorno, i ritardi potrebbero avere ripercussioni anche sul commercio di cereali, hanno sottolineato gli analisti.

I lavoratori portuali del Paese e i loro datori di lavoro hanno concordato di riprendere i negoziati formali il 7 gennaio, secondo fonti vicine ai colloqui.

La direzione sindacale minaccia di indire un nuovo sciopero a partire dal 15 gennaio, data di scadenza del contratto attuale.

L’anno scorso, lo sciopero si è concluso dopo che i datori di lavoro, sotto la pressione dell’amministrazione Joe Biden, hanno accettato un aumento provvisorio dei salari del 62% in sei anni.

Le due parti hanno concordato di prolungare il contratto per tre mesi mentre negoziavano altre questioni, come l’uso dell’automazione nei porti.

Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso sostegno all’ILA, che potrebbe incoraggiare i lavoratori. Le trattative sono fallite a novembre, quando i leader sindacali si sono scontrati con i piani dei datori di lavoro di espandere l’uso delle macchine semiautomatiche nei porti.

A dicembre Trump aveva affermato che l’automazione minaccia l’occupazione e che le compagnie di navigazione con sede all’estero, che controllano il bacino dei datori di lavoro, dovrebbero investire in salari piuttosto che in macchinari.



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Luca

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