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Trump crea spaccature tra i repubblicani bloccando il progetto di bilancio


La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha sconfitto questo giovedì (19) un progetto che mirava ad evitare il congelamento della macchina federale americana. Se non si raggiungerà un accordo entro domani sera, il governo americano si fermerà.

L’influenza di Donald Trump sull’elaborazione del testo ha creato spaccature nella base repubblicana ancor prima dell’insediamento del presidente eletto, previsto per gennaio.

I leader del Partito repubblicano hanno trascorso la giornata rinegoziando un accordo già raggiunto con i democratici per garantire il bilancio federale fino a marzo.

Il consenso ha cominciato a crollare mercoledì (18), quando il miliardario Elon Musk ha avviato una campagna per ribaltare il progetto, sostenendo che il testo avrebbe fatto troppe concessioni alla sinistra.

Successivamente Trump e il suo compagno di corsa, JD Vance, si sono uniti alla campagna. Sotto pressione, i deputati repubblicani hanno scritto una nuova proposta più snella con una serie di restrizioni di bilancio.

La modifica ha fatto sì che il testo arrivasse in plenaria senza garanzia di approvazione. La scadenza per il progetto è venerdì (20), a mezzanotte. Il rilascio dipende ancora dal Senato, che ha una maggioranza democratica.

Senza il testo, il governo degli Stati Uniti rimarrebbe senza soldi anche per pagare i propri dipendenti. Il che porterebbe alla sospensione del contratto per centinaia di migliaia di server.

Donald Tump ha dominato il dibattito sul futuro dell’economia americana da quando ha vinto le elezioni. Questa settimana, la Banca Centrale Americana ha rivisto al rialzo le aspettative di inflazione per l’economia americana in seguito alle promesse di Trump. E ha indicato che fermerà la caduta dei tassi di interesse almeno fino al 2026.

Trump si è scontrato anche con Justin Trudeau, primo ministro del Canada. L’americano si è fatto beffe delle turbolenze politiche che attraversa il suo vicino ed è arrivato al punto di caratterizzare il paese come un altro stato della federazione americana.

Parte della crisi canadese è dovuta anche all’elezione di Donald Trump, che promette di applicare dazi all’importazione fino al 25% su qualsiasi prodotto proveniente dal paese.

La reazione indulgente di Trudeau alla promessa ha portato alla partenza del ministro delle Finanze Chrystia Freeland, che aveva sostenuto che il Canada adottasse una posizione più reattiva contro Trump.



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Luca

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