I presidenti delle categorie della magistratura brasiliana e i membri del pubblico ministero hanno criticato una delle proposte del pacchetto di tagli alla spesa del governo federale che mira a limitare i supersalari del servizio pubblico e hanno avvertito della possibilità di una fuga precipitosa di giudici e dipendenti pubblici che, secondo loro, dicono, sono già Potrebbero andare in pensione e continuare a lavorare.
L’allerta è contenuta in due note congiunte delle categorie emesse mercoledì (4). Da parte della Magistratura la proposta “incide direttamente sui diritti già consolidati della magistratura nazionale”.
“Pur riconoscendo l’importanza delle iniziative del governo federale per controllare la traiettoria del debito pubblico, sottolineano che misure di questo tipo devono essere accompagnate da studi tecnici che considerino la realtà istituzionale della magistratura”, si legge nella nota (vedi integralmente ).
Secondo i magistrati, le modifiche al tetto salariale previste dalla PEC 45, già trasmessa al Congresso dal governo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT), potrebbero portare al pensionamento di circa il 40% dei magistrati che possedere già i requisiti necessari.
Dal lato dei membri del Pubblico Ministero, la PEC potrebbe portare al pensionamento di 5.200 dipendenti pubblici e avere “un impatto innegabile sull’accesso alla giustizia e sulla promozione dei diritti fondamentali a cui contribuiscono i Pubblici Ministeri che, secondo i dati ufficiali del Ministero CNMP, ha totalizzato, nel solo 2023, 327.609 servizi e misure che il deputato brasiliano dovrà adottare a favore della popolazione” (vedi integralmente).
“Questa situazione creerà la necessità di indire nuovi concorsi pubblici e di sostituire il personale, con conseguenti costi ancora più elevati per il sistema, in contraddizione con l’obiettivo fiscale della misura”, aggiungono i giudici in un’analoga censura.
Ciò, dicono, potrebbe “aggravare profondamente la congestione dei processi nel Paese”, che raggiunge la cifra “allarmante” di 84 milioni di processi. Per loro la magistratura dovrà affrontare “difficoltà ancora maggiori nel ridurre i ritardi giudiziari”.
I giudici chiedono inoltre al presidente della Corte Suprema Federale, Luís Roberto Barroso, di negoziare con il governo e il Congresso per “cercare alternative per evitare il materializzarsi di questa preoccupante situazione”.
“C’è fiducia che gli alti poteri della Repubblica sapranno trovare soluzioni al problema fiscale posto senza creare, d’altro canto, nuove sfide istituzionali”, affermano.
In totale, il Consiglio dei presidenti dei tribunali di giustizia del Brasile (CONSEPRE), il collegio permanente dei presidenti dei tribunali di giustizia militare, il collegio dei presidenti dei tribunali elettorali del Brasile (COPTREL), il collegio dei presidenti e degli ispettori dei Tribunali Regionali del Lavoro (COLEPRECOR) e dei Presidenti dei Tribunali Regionali Federali delle sei Regioni di Giustizia Federale.
La dichiarazione dei membri del Pubblico Ministero è firmata dall’Associazione nazionale dei membri del Pubblico Ministero (Conamp), dal Consiglio nazionale delle procure generali (CNPG), dall’Associazione nazionale dei pubblici ministeri (ANPR) e dall’Associazione nazionale dei procuratori e Avvocati del Lavoro (ANPT).