Tostão, genio della razza, compie 78 anni – 22/01/2025 – Juca Kfouri
Quando si parla dei migliori numeri 8 della squadra brasiliana vengono subito in mente nomi immortali come Didi, il Principe Etiope, Gerson, il Mancino d’Oro, Sócrates, il Dottore.
Pochi ricordano Tostāo, che indossava il numero 8 al Cruzeiro, uno dei migliori visti al Planeta Bola, ma che in realtà giocava come numero 10.
Quando si pensa alla maglia numero 9 più bella, quella indossata da Tostāo ai Mondiali del 1970 in Messico, quella per il suo terzo scudetto, viene in mente Ronaldo Fenômeno e basta.
Tostão, quindi, era quello che oggi chiamiamo un falso centravanti.
La maglia numero 10 ha un proprietario eterno, e non se ne parla più, anche se giustamente si dice che l’attacco del 1970 fosse composto da cinque maglie numero 10: Jairzinho, Gerson, Tostāo, Pelé e Rivellino.
E Tostão, infatti, utilizzò brillantemente il 10 nella Coppa dell’Indipendenza del 1972, vinta dal Brasile.
Ma se non era il miglior numero 8, né 9, né 10, cos’era?
Ebbene, è ancora il secondo miglior giocatore del Minas Gerais di tutti i tempi, connazionale del re Pelé.
Anche per questo si chiama Mineirinho de Ouro.
Non solo.
Ad esempio: nell’opera classica di João Máximo e Marcos de Castro, “Giantes do Futebol Brasileiro”, Tostão è citato come uno dei 20 migliori della storia.
E non è ancora abbastanza.
Con uno stile minimalista, proprio come scrive in questa le sue imperdibili rubriche FoglioTostāo era un maestro nel uscire dalle situazioni difficili con un solo tocco e segnava gol come se stesse andando in bicicletta o succhiando il gelato dulce de leche.
Capace di lasciare in una brutta situazione gli amanti del calcio raffinato, costringendoli a commettere un’eresia.
Perché non c’è niente di più impossibile che scegliere la squadra brasiliana di tutti i tempi senza commettere eresie, come spesso siamo costretti a fare.
Quali sono le posizioni intoccabili?
Sulla fascia sinistra, con Nilton Santos; il playmaker ha Didi; l’ala destra è di Mané Garrincha, la Gioia del Popolo; e il re.
Il raro lettore ha tutto il diritto di gridare: e Ronaldo Fenômeno centravanti!
Sì, ma cosa succede se qualcuno preferisce Romário? Oppure ricordi Reinaldo, “ehi, ehi, ehi, Reinaldo è il nostro re”? O Coutinho, credimi?
Coloro che preferiscono la raffinatezza con la magia (sì, lunga vita alla magia!), il cervello ai loro piedi, o la semplicità al lusso, sono in grado di sferrare il loro attacco da sogno con Garrincha, Didi, Tostāo, Pelé e Rivellino – il ragazzo del parco che fino ad oggi occupa il posto che Sócrates quasi occupava nella galleria dei migliori giocatori del Corinthians.
Sì, non Ronaldo, non Romário, non Reinaldo, non Coutinho: Tostão!
Esagerazione? NO!
Perché sarebbe un’esagerazione se anche la data della sua nascita fosse rilevante quanto quella della fondazione di una delle metropoli più importanti del mondo?
Eduardo Gonçalves de Andrade compirà 78 anni il 25 gennaio, insieme a 471 nella città di San Paolo, orgoglioso di poter festeggiare con lui, così come con Tom Jobim, anche lui un genio.
Tostāo sta infatti al calcio brasiliano come un’altra divinità sta alla musica brasiliana.
Avete mai notato come Edu Lobo abbia una certa somiglianza fisica — e molta somiglianza a livello di personalità, entrambi discretamente, nella loro, con Tostāo?
Ebbene, se qualcuno ti chiede la tua preferenza tra Chico Buarque, Caetano Veloso e Gilberto Gil e tu rispondi Tom Jobim, andrà tutto bene. Anche Edu Lobo.
Con Tostāo è lo stesso.
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