Toffoli sostiene che le multe inflitte a X da Moraes sono state “molto leggere”
Le dichiarazioni sono state rese durante il processo in corso presso l’STF e ruotano attorno all’articolo 19 del Marco Civil da Internet, che vieta alle piattaforme di essere ritenute responsabili dei contenuti pubblicati dagli utenti.
Durante una seduta presso il Tribunale federale (STF), il ministro I giorni di Toffoli Scherzando ha dichiarato che le multe inflitte dal suo collega Alessandro di Moraes al social network X sono state “molto leggere” rispetto alle sanzioni applicate negli Stati Uniti, dove casi simili hanno comportato importi significativamente più elevati. Alexandre de Moraes, dal canto suo, si è impegnato a “rivedere” le multe applicate alla piattaforma.
Toffoli ha fatto riferimento a un caso accaduto nel settembre 2019, quando Google e YouTube furono condannati a pagare 170 milioni di dollari per aver raccolto dati personali di bambini senza il dovuto consenso. Questo confronto è stato utilizzato per sottolineare la necessità di sanzioni più severe per le piattaforme digitali.
Elon Musk e Alexandre de Moraes hanno litigato per mesi, culminati con la sospensione di X e l’inclusione del miliardario nelle indagini sulla milizia digitale. Nell’agosto di quest’anno, il social network è stato sospeso per 39 giorni dopo che la società non aveva pagato ai tribunali debiti per 28,6 milioni di R$. Musk ha attaccato il ministro e ha creato un profilo sul social network per pubblicizzare le decisioni riservate di Moraes.
A causa delle multe, pagate solo all’inizio di ottobre, Moraes ha bloccato i conti della società internet satellitare Starlink, che appartiene anche a Musk, ma fa parte di un gruppo imprenditoriale diverso da X. La misura è stata considerata eccezionale dagli esperti ed è stato rifiutato dal fornitore.
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Le dichiarazioni di Toffoli e Moraes sono state rese durante il processo in corso presso l’STF e ruotano attorno all’articolo 19 del Marco Civil da Internet, che vieta alle piattaforme di essere ritenute responsabili dei contenuti pubblicati dagli utenti, salvo inosservanza delle decisioni del tribunale. per rimuovere le pubblicazioni. Toffoli si è espresso a favore di una maggiore responsabilità delle aziende per i post che diffondono informazioni false e incitamento all’odio.
La restrizione è incostituzionale, secondo il ministro, perché crea “immunità” per le aziende tecnologiche, oltre a lasciare gli utenti senza protezione in un contesto di violenza digitale, cyberbullismo, stalking, frode, truffe, incitamento all’odio e fake news.
*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale
Pubblicato da Carol Santos