Manca solo un mese per effettuare gli aggiustamenti fiscali necessari per cercare di ottimizzare, entro la legge, i conti che, intorno al 2024, dovranno essere fatti al Tesoro la prossima primavera. Ecco una sintesi dei diversi consigli che gli economisti di REAF-CGE, Abante e dell’Organizzazione dei Consumatori e degli Utenti (OCU) danno per raggiungere questo obiettivo.
Compensare perdite e guadagni. Se nel corso del 2024 sono stati realizzati profitti dalla vendita o dalla donazione di beni e si accumulano perdite in altri investimenti, potrebbe essere opportuno liquidare tali investimenti per realizzare tali perdite ed essere in grado di compensarle con i profitti. Oppure, al contrario, effettua vendite con profitti se ciò che hai sono perdite. Non si tratta solo di utili e perdite derivanti dalla vendita di azioni, case o fondi di investimento, ma anche di dividendi, assicurazioni o vendita di obbligazioni, poiché vengono mantenute le percentuali di compensazione “incrociate” del 25%. In questo ambito, ricordano gli esperti, vanno rispettate le norme antienforcement, secondo le quali quando i titoli quotati vengono acquistati e venduti in perdita, non è possibile dichiarare tale perdita se nel corso dei due mesi sono stati acquistati titoli omogenei. prima o i due successivi al momento di detta vendita.
Altri due dettagli rilevanti in questo ambito. Da un lato, tieni presente che la prossima dichiarazione sarà l’ultima in cui sarà possibile compensare il saldo delle perdite pendenti per il 2020, dall’altro il Tesoro non consente un risarcimento in caso di donazione che genera perdite o rendimenti negativi del capitale nell’imposta sul reddito delle persone fisiche. È quindi fiscalmente più conveniente vendere il bene, materializzare le perdite per poterle risarcire e donare il denaro ricavato dalla vendita.
Risparmiare tramite piani pensionistici. I contributi ai sistemi di previdenza sociale fino a 1.500 euro (o il 30% della base imponibile) riducono il reddito generale del contribuente e quindi le imposte finali da pagare. Questo importo può essere aumentato di ulteriori 8.500 euro per i contributi del datore di lavoro e dei dipendenti ai piani pensionistici di lavoro.
I lavoratori autonomi hanno la possibilità di contribuire con 1.500 euro al proprio piano pensionistico individuale e, inoltre, possono integrare i risparmi attraverso un piano pensionistico di lavoro semplificato, con contributi fino a 4.250 euro. Quindi, in totale, i lavoratori autonomi possono contribuire fino a 5.750 euro.
Se il coniuge consegue un reddito netto da lavoro e/o attività economica inferiore a 8.000 euro annui, può contribuire al proprio piano fino ad un massimo di 1.000 euro annui, anch’essi deducibili. In caso di parentela fino al terzo grado compreso con persona con disabilità è possibile detrarre fino a 10.000 euro (tenendo conto che il limite per detta persona è di 24.250 euro, considerando la somma di tutti i contributi) .
Per quanto riguarda il salvataggio dei piani pensionistici, è importante considerare che, se il contribuente va in pensione nel 2022, avrà tempo fino alla fine di quest’anno per decidere di salvare tutto o parte del piano pensionistico sotto forma di capitale e avere diritto al Riduzione del 40% sull’importo del beneficio corrispondente ai contributi versati prima del 2007.
Spese per l’abitazione su immobili destinati alla locazione. Se sei proprietario di un immobile in affitto, puoi detrarre dal reddito soggetto all’imposta sul reddito delle persone fisiche le spese sostenute: IBI, pubblicità, agenzia, assicurazione o comunità. Sono deducibili anche le spese di riparazione e conservazione e gli interessi sui prestiti per l’acquisto o il miglioramento dell’immobile, ma questi ultimi non possono generare un rendimento negativo. È quindi opportuno rivedere le spese deducibili, compresi gli ammortamenti, e se si prevede che il rendimento sarà positivo, anticiparne alcune a dicembre.
In termini di immobili in affitto, è altrettanto importante che se l’abitazione si trova in una zona stressata, si consideri che può essere fiscalmente opportuno abbassare l’importo del canone o affittare l’abitazione a un giovane in modo da applicare maggiori riduzioni, che può arrivare fino al 90%.
Ammortamento del mutuo. Se la residenza abituale è stata acquistata prima del 2013, può continuare ad essere applicata la detrazione per gli investimenti effettuati sulla stessa. Effettuare ulteriori rate del mutuo entro la fine dell’anno permette di portare l’eventuale detrazione al limite, pari al 15% di 9.040 euro. Inoltre, secondo un nuovo criterio del Tribunale economico-amministrativo centrale, se la detrazione non è stata applicata prima del 2013 perché non era richiesta la presentazione della dichiarazione o per mancanza di quota, ciò non impedisce di applicarla negli anni successivi (compreso quest’anno).
Miglioramenti energetici in casa. Se nella tua residenza abituale o in quella che affitti sono in corso dei lavori per migliorarne l’efficienza energetica, come il cambio delle finestre, è importante assicurarsi di completarli entro il 31 dicembre per poter applicare la riduzione del 20%-40%. detrazioni, basate sul risparmio energetico. I lavori eseguiti nella residenza abituale che danno diritto alla detrazione del 60%, come l’installazione di pannelli solari nelle comunità di proprietari o negli chalet, potranno essere eseguiti fino al 31 dicembre 2025. È importante sapere che per beneficiare della detrazione è necessario essere in possesso di un titolo di efficienza energetica antecedente ai lavori e di uno successivo con data massima 31 dicembre 2024.
Acquisto di veicoli elettrici e punti di ricarica. Acquistare e immatricolare una nuova auto elettrica plug-in ad uso privato entro il 31 dicembre significa poter beneficiare di una detrazione del 15% su una base massima di 20.000 euro. La detrazione non si applica ai veicoli a chilometro zero o se il prezzo di acquisto supera i 45.000 euro IVA esclusa.
Per l’installazione di punti di ricarica per veicoli elettrici è possibile detrarre il 15% del prezzo dell’installazione, sottraendo eventuali sussidi o aiuti pubblici eventualmente ricevuti, oltre un massimo di 4.000 euro, a condizione che l’installazione sia completata e terminata. pagando nel 2024, che sia per uso privato e che non si paghi in contanti.
Fai donazioni. È possibile detrarre dalla commissione l’80% per i primi 250 euro di donazioni a ONG, fondazioni ed enti no-profit e il 40% per tutto ciò che supera tale importo. Quest’ultima percentuale sale al 45% se nei due periodi d’imposta immediatamente precedenti fossero state effettuate donazioni al medesimo ente per un importo pari o superiore a quello dell’anno precedente.