L’economia spagnola avanza costantemente nel 2024 ed è considerata la più vigorosa, secondo il settimanale britannico L’economista che questo mercoledì ha collocato la Spagna sul gradino più alto del podio nella classifica delle 37 economie dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), dopo aver analizzato la sua performance nell’ultimo anno. La pubblicazione ha inoltre evidenziato la rinascita dei cosiddetti PIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna). Paesi che hanno subito gli effetti più forti della crisi economica degli ultimi anni, ma che sono riusciti a rialzare la testa.
La classificazione delle economie nella classifica settimanale viene misurata sulla base di cinque indicatori macroeconomici e finanziari: prodotto interno lordo (PIL), inflazione, disoccupazione, deficit pubblico e performance del mercato azionario. Dopo aver confrontato i risultati del terzo trimestre di quest’anno con quelli dell’ultimo trimestre del 2023 e creato un punteggio combinato, L’economista ha concluso che il Mediterraneo gode di buona reputazione per il terzo anno consecutivo. Sottolineano che questi paesi, a lungo “disprezzati dai loro vicini del nord”, stanno ora godendo della loro “ripresa economica”.
La Spagna è in testa alla lista di quest’anno, seguita dall’Irlanda, che è riuscita a sedurre molte delle grandi aziende tecnologiche. Poi c’è la Danimarca, patria della Novo Nordisk, famosa per il farmaco Ozempic. Grecia e Italia – una volta una delle economie più vulnerabili della zona euro – si sono rafforzate e hanno chiuso le prime cinque posizioni. Nel frattempo, dall’altra parte della classifica, alcuni dei pesi massimi del Vecchio Continente, come il Regno Unito o la Germania, hanno avuto performance deludenti. Tuttavia, l’ultimo posto spetta ai paesi baltici Lettonia ed Estonia, proprio come nel 2022.
Pil, inflazione e disoccupazione
Il settimanale sottolinea che, nonostante le devastazioni della guerra in Europa e in Medio Oriente, l’economia mondiale ha mostrato anche quest’anno una solida performance e sottolinea che, secondo il Fondo monetario internazionale (FMI), il PIL mondiale aumenterà del 3,2%. %. Attribuiscono questo impulso alla resilienza dell’economia americana e dei suoi consumatori. In Spagna, la crescita annuale del PIL “è sulla buona strada per superare il 3%, trainata dal forte mercato del lavoro e dagli alti livelli di immigrazione”, spiega. Una spinta che è superata solo da Israele (6,7%) e Grecia (3,7%). Al contrario, questo indicatore in Germania e Italia è stato influenzato dagli alti prezzi dell’energia e dalla debolezza della loro industria manifatturiera, mentre Ungheria e Lettonia sono cadute in recessione.
Dopo aver analizzato lo sciopero, L’economista Ancora una volta spicca il Sud Europa che, pur “soffrendo ancora di un’elevata disoccupazione, ha registrato un notevole miglioramento”. Nello specifico, si dettaglia che la disoccupazione in Grecia (-0,6%), Spagna (-0,7%) e Italia (-1,4%) è scesa al livello più basso da oltre un decennio. Per quanto riguarda l’andamento dei mercati azionari, sottolinea che in termini generali i mercati azionari sono saliti di oltre il 20% per il secondo anno consecutivo. Nello specifico, la Spagna è decima nella crescita del mercato azionario (17,1%), con un aumento controllato dei prezzi (+2,4) che la colloca in dodicesima posizione.
Il settimanale avverte inoltre che l’inflazione core, che esclude energia e prodotti alimentari a causa della loro volatilità, è diminuita significativamente nel mondo. Tuttavia, chiarisce che nel Regno Unito la crescita dei salari continua a far salire i costi dei servizi, spingendo al rialzo i prezzi e che la Germania si trova ad affrontare pressioni simili. D’altro canto, Francia e Svizzera sono riuscite a tenere sotto controllo queste pressioni, con tassi di inflazione inferiori al 2%, quattro decimi inferiori a quelli registrati dalla Spagna.