Terrorismo e disinformazione: l’ombra dell’8 gennaio – 18/11/2024 – Inoltrati frequentemente
L’attacco a STF (Corte federale suprema) del 13 novembre 2024, nella quale a l’uomo si è fatto esplodere davanti al palazzo del tribunale dopo aver fatto esplodere le bombe in Praça dos Três Poderes, ha evidenziato la fragilità della sicurezza istituzionale e ha evidenziato la crescita della radicalizzazione della destra brasiliana.
Francisco Wanderley Luiz, responsabile dell’attacco, aveva una storia di sostegno a Jair Bolsonaro e si era candidato a consigliere del PL nel 2020.
La situazione si riferisce agli attentati dell’8 gennaio 2023quando gruppi radicali hanno invaso e vandalizzato le sedi delle tre Potenze. Questa volta l’approccio è stato diverso: un attacco solitario e disperato, ma che fa parte di un modello più ampio di violenza politica e disinformazione che indebolisce la democrazia brasiliana.
L’analisi delle ripercussioni dell’attacco ai social media, effettuata attraverso la piattaforma Palver, rivela un movimento coordinato tra i gruppi di destra in Whatsapp e Telegramma dissociare l’aggressore dal bolsonarismo.
I messaggi si sono diffusi rapidamente, irridendo quanto accaduto, mettendo in dubbio la veridicità dell’attacco e diffondendo la falsa notizia che Francisco Luiz era stato ucciso dagli agenti della STF. Il volume dei messaggi è stato significativo: i riferimenti alla STF sono quadruplicati nelle 16 ore successive all’attacco, e gran parte di queste interazioni miravano a seminare confusione e sfiducia.
Questo non è un fatto isolato. La disinformazione sull’STF è stata una costante durante tutto l’anno, con narrazioni che distorcono la percezione del pubblico riguardo alle decisioni della corte.
Quando la STF ha deciso depenalizzare il possesso di marijuana per uso personaleun’ondata di video e messaggi falsi si è diffusa sui social media, sostenendo che la decisione avrebbe favorito gli spacciatori e avrebbe consentito l’uso di droghe senza alcuna regolamentazione. Questi messaggi hanno acceso un risentimento che si traduce nel sostegno ad atti estremi come quello di novembre.
UN Vittoria di Donald Trump nelle elezioni americane del 2024 è stato utilizzato anche come pretesto per alimentare aspettative di intervento contro la STF, rilanciando le narrazioni del 2023.
Si sono diffusi ampiamente messaggi vecchi e decontestualizzati, che suggerivano che il nuovo presidente degli Stati Uniti sarebbe intervenuto contro le istituzioni brasiliane, in un’illusione condivisa alimentata dalla disinformazione.
L’attacco ha generato anche un effetto di rimbalzo verso il campo destro. IL Amnistia PEC è diventato il fulcro di intense discussioni nei gruppi WhatsApp.
Dall’analisi dei messaggi emerge una percezione prevalentemente negativa nei confronti della PEC, con molti utenti che esprimono indignazione e rifiuto all’idea di un’amnistia per i responsabili degli attentati.
Tra i messaggi analizzati, la stragrande maggioranza presentava una posizione contraria all’amnistia, con frasi ricorrenti come “nessuna amnistia” e “non perdonare mai”. Questa reazione negativa dimostra una significativa resistenza degli utenti all’idea di impunità.
L’attacco di novembre è un chiaro segno della minaccia alla democrazia rappresentata dalla radicalizzazione e dalla disinformazione.
Per affrontare questa crisi è essenziale un’azione coordinata tra piattaforme digitali, società civile e autorità.
La lotta alla disinformazione non può essere superficiale, poiché è proprio questa superficialità che alimenta il risentimento e crea il contesto adatto per attacchi come quello del 13 novembre.
Difendere la verità e la democrazia significa promuovere un dibattito pubblico basato sui fatti e smantellare la macchina della disinformazione che minaccia il nostro futuro.
Il Brasile si trova in un momento critico, in cui è urgente affrontare la violenza politica e la disinformazione per garantire l’integrità delle istituzioni e la fiducia della società. Solo attraverso un’azione congiunta e determinata saremo in grado di costruire un ambiente politico più sicuro e impegnato nei principi democratici.
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