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Teresa Ribera affronta il primo dossier inviato a Bruxelles dalla sua successore, Sara Aagesen | Aziende



Mercoledì scorso il Ministero per la Transizione ecologica, diretto dal 25 novembre da Sara Aagesen, ha lanciato in consultazione pubblica l’ordinanza che regola il nuovo meccanismo o mercato della capacità, secondo il quale gli impianti elettrici, tra gli altri, riceveranno una remunerazione in cambio della loro disponibilità in tempi dello stress del sistema. Si dà il caso che questo meccanismo, già applicato in una dozzina di paesi europei e considerato aiuto di Stato, debba ricevere l’approvazione dal punto di vista delle competenze della vicepresidenza del Comitato per la Transizione Pulita, Equa e Competitiva Commissione, guidata dal suo predecessore in carica, Teresa Ribera.

Secondo fonti vicine a Transizione ecologica, la proposta di ordinanza “è il risultato di un intenso lavoro di questo ministero con la Commissione europea”, la cui proposta normativa è in fase di pre-notificazione. Questo lavoro “ha portato alla consultazione pubblica di sei settimane aperta mercoledì scorso sugli aspetti di progettazione del meccanismo, nonché sui requisiti di accesso o sul metodo di concorrenza competitiva”, aggiungono. Per accedere al servizio, l’ordine propone un sistema di aste a offerta chiusa (principale, temporanea e conguaglio). Una volta terminato il periodo delle accuse, il Ministero, con le relative modifiche, richiederà formalmente la sua autorizzazione come aiuto di Stato e parallelamente proseguirà l’elaborazione della normativa.

Per ricevere gli aiuti del meccanismo di capacità, che già applicano Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Polonia e Svezia, i paesi devono dimostrare di averne bisogno perché in alcuni periodi dell’anno i loro sistemi elettrici hanno problemi di copertura. Per questo vengono predisposte diverse analisi con il numero di ore critiche in cui il fabbisogno non può essere coperto per mancanza di energia.

La vicepresidenza europea ricoperta da Ribera ha il potere di analizzare il provvedimento sotto due aspetti: energia e concorrenza. Pertanto, l’autorizzazione ad applicare il meccanismo specifico spettava alla Direzione Generale dell’Energia, che è stata studiata quando la politica spagnola non aveva ancora occupato il suo nuovo incarico a Bruxelles. Secondo fonti del settore, questo management ha già approvato qualche mese fa un piano per l’attuazione del meccanismo, fermo restando che la Spagna rispetta gli indici di rischio. Il che dimostra che Ribera, a dispetto di chi lo criticava per aver lasciato la patata bollente al suo successore, ci aveva già lavorato prima di assumere la vicepresidenza europea lo scorso novembre.

D’ora in poi, quando si concluderà il processo di contestazione della proposta di ordinanza di Aagesen, sarà la Direzione Generale della Concorrenza, che dipende anche da Ribera, ad analizzare (e, se del caso, approvare) gli aiuti di Stato che notificheranno formalmente agli spagnoli Ministero della Transizione.

Un meccanismo necessario

Per dimostrare la necessità di dotarsi di un meccanismo di capacità, viene utilizzato come indicatore di copertura del fabbisogno il numero di ore previste con energia non fornita (LOLE), indicato nell’ordinanza in corso. Si aggiunge che questo indicatore “rivela l’esistenza di valori di 6,26 ore nel 2025; 4,76 ore nel 2027 e 2,34 ore nel 2030″, valori superiori allo standard di affidabilità previsto dal Regolamento europeo 2019/943 relativo al mercato interno dell’energia elettrica, che stabiliva uno standard di affidabilità di 0,94 ore, molto inferiore a quello del sistema spagnolo .

In questo senso, nel novembre 2023, Red Eléctrica de España ha pubblicato anche un’analisi di copertura nazionale (NRAA), ai sensi del suddetto Regolamento, in cui sono stati analizzati i fabbisogni in diversi orizzonti temporali (fino al 2030), che ha reso necessario disporre di un meccanismo di capacità per coprire la domanda stimata in detti orizzonti. Altri strumenti portano agli stessi risultati, secondo l’ordine proposto.

Il Ministero della Transizione ritiene che le ragioni che spiegano le situazioni di stress nel sistema siano molteplici. Tra gli altri, la mancanza di fattibilità di nuovi investimenti in nuove tecnologie solide e flessibili, come lo stoccaggio, che continua a incontrare ostacoli agli investimenti che sono “essenziali per la sicurezza dell’approvvigionamento e l’integrazione delle energie rinnovabili”. Qualcosa che molti paesi europei hanno risolto con i mercati delle capacità, sottolinea.



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