All’inizio del 2025, l’Europa si trova al bivio di una battaglia decisiva, non solo per la sovranità tecnologica, ma per la sopravvivenza stessa della democrazia. Stiamo rischiando tutto. Con il pretesto di difendere la libertà di parola e le libertà in generale, un’alleanza di oligarchi tecnologici e leader populisti sta sistematicamente smantellando le istituzioni democratiche e minando lo stato di diritto. Accusano queste istituzioni di essere simboli di censura, burocrazia ed estorsione, mentre sferrano un assalto deliberato e nascosto ai fondamenti della democrazia. E l’Europa è diventata il suo campo di battaglia.
La rete di Elon Musk lo European Digital Services Act (DSA). Il governo francese ha espresso preoccupazione per la decisione dell’azienda di ridurre il fact-checking e ha avvertito che la libertà di espressione non è la stessa cosa della libertà di diffusione. Queste misure si adattano alle priorità generali di Donald Trump, il cui ritorno nella politica mondiale preannuncia l’intensificazione dei conflitti commerciali, una retorica destabilizzante e una campagna strategica per rompere l’unità dell’Europa.
Se non caratterizziamo questa lotta per quello che è – una lotta esistenziale contro un’agenda tecno-populista e reazionaria di estrema destra – correremo il rischio che l’Europa venga spazzata via da una nuova ondata di autoritarismo nata dal potere sfrenato del potere. magnati della tecnologia. Questa tendenza rappresenta una nuova rinascita della politica caratteristica di Trump, che consiste nell’utilizzare la disinformazione come arma, nel dare voce alle voci estremiste e nel corrodere il tessuto democratico delle società.
Le proposte di Trump – annettere il Canada, “liberare” il Regno Unito, acquistare la Groenlandia e rinominare il Golfo del Messico in Golfo d’America – possono sembrare assurde, ma fanno parte di una deliberata strategia di destabilizzazione. Le sue minacce di guerra tariffaria sono specificamente rivolte alle economie europee basate sull’export, in particolare alla Germania, offrendo allo stesso tempo concessioni selettive per trarre vantaggio dalle divisioni all’interno dell’UE. Si tratta della classica strategia del “divide et impera” che l’Europa non può permettersi di sottovalutare.
Alice Weidel, leader dell’estrema destra tedesca AfD, è un esempio di come viene manipolata questa battaglia, quando accusa l’UE di usare la burocrazia per censurare i social network e instillare “lo spirito di non-libertà”. La loro retorica strumentalizza gli ideali libertari per minare le garanzie democratiche dell’Europa ed è in linea con gli interessi degli oligarchi tecnologici e dei movimenti populisti. Pedro Sánchez, presidente del governo spagnolo, ha recentemente riassunto la gravità di questo momento: “Dobbiamo lavorare attivamente per difendere la democrazia contro l’avanzata dell’oligarchia e del fascismo”. Le sue parole risuonano in tutta Europa, ora che il continente deve confrontarsi con agenti esterni che approfittano delle dipendenze tecnologiche per indebolire la capacità di resistenza democratica.
Quando personaggi come Musk, Zuckerberg, Weidel e Trump ignorano palesemente le norme e lo Stato di diritto, l’Europa deve dare una risposta decisiva. Le istituzioni democratiche devono essere rafforzate e deve essere chiaro che l’applicazione della DSA e della legge sui mercati digitali (DMA) non è negoziabile. Ma la regolamentazione da sola non basta. L’Europa deve risolvere il problema della sua dipendenza dagli agenti esterni e per farlo deve gettare le basi della sua sovranità economica, tecnologica e democratica.
La necessità dell’Europa di fornitori esterni di tecnologia comporta seri rischi. Oltre l’80% delle tecnologie digitali europee sono importate. L’egemonia di Musk nelle comunicazioni satellitari con la sua società SpaceX, che gestisce più di 7.000 satelliti, crea una pericolosa dipendenza. Un esempio sono i recenti negoziati tra il primo ministro italiano di estrema destra, Giorgia Meloni, e Musk sullo spiegamento di comunicazioni satellitari crittografate, che darebbero a SpaceX il controllo delle infrastrutture critiche per la sicurezza nazionale in Europa. Un’ulteriore prova di tale dipendenza è il piano dell’Italia di testare Starlink per Internet ad alta velocità.
Un altro elemento che ha reso evidente la vulnerabilità dell’Europa sono i danni subiti recentemente da una serie di cavi sottomarini. Nel dicembre 2024, secondo le accuse, la petroliera russa Aquila S danneggiato il cavo elettrico Estlink 2 e le linee di telecomunicazione tra Finlandia ed Estonia. Diverse settimane prima, in una presunta manovra di sabotaggio, erano stati tagliati due cavi che attraversavano il Mar Baltico vicino alla Svezia e alla Finlandia. Questi incidenti dimostrano che la dipendenza dalle infrastrutture può finire per diventare una responsabilità strategica che mette in pericolo la sicurezza e la democrazia europea.
La combinazione delle politiche commerciali di Trump, delle tattiche dirompenti di Musk e del rifiuto delle normative europee da parte di Zuckerberg sottolinea ulteriormente l’urgenza per l’Europa di raggiungere l’indipendenza tecnologica. I social network come X sono diventati strumenti di manipolazione e polarizzazione. La trasformazione che Musk ha effettuato su X per trasformarlo in un canale populista di estrema destra ha già fatto parlare diversi media importanti, tra cui Il Guardiano, lasciare la piattaforma. D’altro canto, altre alternative decentralizzate come Bluesky, basate sull’Authenticate Transfer Protocol (AT), offrono un modello più promettente. Queste reti, con il loro controllo decentralizzato, garantiscono che nessuna entità possa dominare o censurare i contenuti e quindi promuovere un ecosistema digitale più responsabile e democratico. L’Europa dovrebbe ispirarsi a questi modelli per sviluppare una propria rete sociale digitale, federata e di pubblica utilità; una piattaforma in grado di ripristinare la fiducia negli spazi digitali, contrastare la disinformazione e rafforzare il discorso pluralistico e democratico.
Come ha proposto Mario Draghi, l’Europa deve impegnarsi a lanciare investimenti coraggiosi e una futura strategia industriale che integri la politica commerciale con l’innovazione digitale. Ciò significa costruire solide infrastrutture tecnologiche che vanno dai satelliti e semiconduttori ai servizi di cloud computing, all’intelligenza artificiale sovrana e all’euro digitale. Ciò che chiamo EuroStack è la spina dorsale della società moderna, un’infrastruttura il cui controllo è essenziale per difenderla dalle interferenze straniere, proteggere l’autonomia nazionale, garantire la competitività industriale e salvaguardare la democrazia.
La sovranità tecnologica non è un’ambizione astratta: è la pietra angolare della difesa e della democrazia europea. La rete satellitare IRIS², che rappresenta l’alternativa dell’Agenzia spaziale europea a Starlink, dimostra che l’Europa può sviluppare comunicazioni sicure, indipendenti e crittografate per contrastare il controllo esterno. Iniziative come la European Chip Law, Gaia-X e le reti di calcolo ad alte prestazioni (HPC), compreso il Barcelona Supercomputing Center, gettano solide basi. Tuttavia, affinché possano andare avanti, sono necessari maggiore coordinamento, finanziamenti e ambizione. Inoltre, l’Europa deve rafforzare le catene di approvvigionamento e aumentare la produzione interna in settori critici come le tecnologie pulite, la robotica e la produzione avanzata. È fondamentale che l’UE disponga di un mercato unificato della difesa e della sicurezza per ampliare queste importanti tecnologie rispettando gli standard etici.
La posta in gioco è incalcolabile. L’interferenza di Musk nelle elezioni tedesche e le guerre commerciali di Trump evidenziano quanto fragilità economica e instabilità politica siano legate. La dipendenza tecnologica dell’Europa è una vulnerabilità che non può più ignorare.
Tuttavia, questo momento di crisi è anche un’opportunità per l’Europa di agire con decisione. Impegnandosi a portare avanti EuroStack e a rafforzare le istituzioni democratiche, l’Europa può cambiare la situazione. Deve essere all’altezza della situazione altrimenti diventerà l’osservatore passivo di un mondo condizionato dagli altri. Le decisioni prese oggi definiranno l’Europa di domani.
L’Europa continuerà ad essere una colonia tecnologica o sarà una superpotenza indipendente e democratica? La decisione dipende da noi.