La Corte dei Conti Federale (TCU) ha autorizzato questo giovedì (9) la ripresa di una gara del valore di 197,7 milioni di R$ da parte del Segretariato per la Comunicazione (Secom) della Presidenza della Repubblica. Il processo per l’assunzione di una nuova società per svolgere la comunicazione digitale del governo è sospeso da luglio a causa del sospetto di violazione della riservatezza delle proposte.
“Non sussistono ostacoli affinché Secom/PR promuova l’affidamento del servizio oggetto della gara in questione, avvalendosi degli atti compiuti nel precedente caso, a suo giudizio e per quanto opportuno, stante l’infondatezza di tale affermazione e l’infondatezza -individuazione di altre irregolarità”, ha affermato il ministro.
La gara era stata sospesa dopo che erano trapelate notizie secondo cui erano trapelate proposte di società concorrenti. Prima che venissero annunciati i vincitori, ad aprile, un giornalista aveva pubblicato sui social le iniziali delle aziende che avrebbero vinto: Usina Digital, Área Comunicação, Moringa L2W3 e il consorzio BR e Tal.
Successivamente Moringa e Area Comunicação furono squalificate, sostituite da Clara Digital e dal consorzio Boas Ideias. All’epoca, l’allora ministro Paulo Pimenta, responsabile dell’apertura della gara, negò le irregolarità e dichiarò di non essere stato ascoltato dalla TCU.
“Gli stessi revisori dei conti della Corte hanno riconosciuto l’insufficienza degli elementi per concedere la misura cautelare che sospende il processo”, ha detto, citando interessi “politici ed economici” nel mettere in discussione il processo.
La candidatura ha incontrato la resistenza anche del Pubblico Ministero insieme al TCU e ai parlamentari dell’opposizione, come i senatori Rogério Marinho (PL-RN) e Flávio Bolsonaro (PL-RJ), che hanno chiesto la sospensione del processo.
La Secom si è invece difesa affermando che il bando è stato redatto in modo dettagliato, con criteri rigorosi per la formulazione e la presentazione delle proposte tecniche.