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Spinta unanime per una riforma urgente | Opinione



La sessione plenaria del Consiglio Generale della Magistratura (CGPJ) ha approvato mercoledì all’unanimità la relazione sul progetto preliminare della Legge Organica di Procedura Penale (Lecrim). La riforma promossa dal Governo ha, tra le sue finalità principali, quella di modificare l’architettura del procedimento penale per rafforzare le garanzie del diritto di difesa.

Se andrà avanti la riforma – che è stata lanciata 15 anni fa, ha il consenso della maggior parte delle carriere giudiziarie e fiscali e potrebbe essere votata al Congresso dei Deputati nel primo trimestre del 2025 – il compito sarà della Procura dirigere l’indagine dei processi. I giudici non saranno più istruttori, ma in cambio viene creata la figura del giudice di garanzia incaricato della tutela dei diritti.

Il paradigma del processo penale contenuto nella Lecrim, in vigore dal 1889, è organizzato in due fasi nettamente differenziate. La prima fase – che la riforma chiama indagine – è finalizzata a scoprire se è stato commesso un reato e chi può esserne l’autore. La seconda – l’accusa – è volta ad avviare un processo orale e determinare l’accusa, con attribuzione, se del caso, della relativa responsabilità penale.

La riforma non altera sostanzialmente questa struttura, ma orienta i giudici verso le funzioni loro attribuite dalla Costituzione: giudicare e far rispettare ciò che viene giudicato. Questa è la formula abituale nella maggior parte dei paesi dell’Unione Europea e in molti altri stati democratici. Del resto, in Spagna è già stata sperimentata: nei procedimenti penali che coinvolgono minorenni operano già un pubblico ministero inquirente – cioè un investigatore – e un giudice di garanzia.

Tuttavia, affinché la riforma raggiunga lo scopo previsto, sarà necessario che lo Statuto della Procura della Repubblica contenga le modifiche necessarie per rafforzarne l’imparzialità e l’obiettività. Cosa già prevista nel disegno di legge stesso. Da parte sua, è già prevista la stesura di un nuovo Statuto della Procura: lo scorso aprile il Procuratore Generale dello Stato, Álvaro García Ortiz, ha istituito un gruppo di lavoro e ha incaricato le associazioni dei pubblici ministeri di curarne la stesura.

L’attuale ordinamento della Procura della Repubblica subordina la sua azione al principio di legalità, ma anche al principio di unità di azione e di dipendenza gerarchica. E sebbene la dipendenza gerarchica non sia sinonimo di mancanza di autonomia o imparzialità, il minimo dubbio in termini di ingerenza di altri poteri potrebbe compromettere il successo di una riforma che non ammette ritardi.

D’altra parte, sarebbe deplorevole se la guerra scatenata contro García Ortiz cancellasse l’unanimità espressa dal Consiglio Generale della Magistratura a favore di un aggiornamento tanto atteso il cui obiettivo non è altro che rafforzare la difesa dei diritti dei cittadini.



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