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Silas Malafaia difende Bolsonaro e afferma che pensare ai crimini non è un reato penale


Pastor ha pubblicato un video in difesa dell’ex presidente, soprattutto dopo la divulgazione di piani per assassinare personaggi come Alexandre de Moraes, Lula e Alckmin

Riproduzione/Instagram/@silasmalafaiaSilvas Malafaia e Jair Bolsonaro avevano recentemente litigato

Il recente disaccordo tra Silas Malafaia e Jair Bolsonaro sembra essere stato superato. Il 20 novembre, il pastore ha pubblicato un video in difesa dell’ex presidente, soprattutto dopo la divulgazione di piani per assassinare personaggi come Alexandre de Moraes, Lula e Alckmin. Nella sua argomentazione, Malafaia non si basa sugli insegnamenti biblici, ma sul Codice penale, affermando che “non è un reato penale immaginare, pensare o organizzare qualcosa, anche se costituisce reato, se non vi è inizio dell’esecuzione”. di un delitto”. La devozione di Malafaia a Bolsonaro solleva interrogativi sulla sua interpretazione del sesto comandamento, che vieta l’omicidio. Il pastore sembra minimizzare la gravità del piano omicida, che contrasta con la morale predicata dal cristianesimo.

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Anche se critica spesso comportamenti come l’omosessualità e l’aborto, tace sulla gravità del considerare l’omicidio, cosa preoccupante dato il ruolo del cristianesimo nella promozione della pace. Gli insegnamenti di Gesù sottolineano che anche la rabbia contro gli altri è soggetta a giudizio. È essenziale che i leader religiosi sottolineino che pensare di commettere un crimine è un peccato grave, piuttosto che giustificarlo con tecnicismi. Normalizzando l’idea dell’omicidio contro gli oppositori politici, Malafaia si allontana dai principi etici che Gesù difendeva, contribuendo a una cultura della violenza che va contro i valori del vangelo.

Pubblicato da Sarah Paula

*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale





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