Si insediano sindaci in più di 5mila comuni; Il PSD guida i municipi
Più di cinquemila sindaci eletti e rieletti nelle elezioni comunali dello scorso anno si insedieranno questo mercoledì (1°) insieme ai loro deputati e consiglieri. Secondo la Corte Superiore Elettorale (TSE), 3.077 sono al primo mandato e 2.466 sono rieletti ai dirigenti locali.
D’altra parte, ci sono ancora 14 comuni con i risultati elettorali ancora sotto controllo giudiziario e tre con il voto annullato a causa di circostanze diverse, che avranno nuove elezioni fissate dai tribunali regionali.
Le elezioni municipali dello scorso anno hanno rivelato un cambiamento nei colori dei partiti in tutto il paese, con la leadership del PSD a capo di 887 municipi. Seguono l’MDB (856) e il PP (747).
Il risultato delle elezioni dell’anno scorso ha mostrato che il PT (PT) del presidente Luiz Inácio Lula da Silva deve affrontare la sfida di recuperare parte della base che già aveva in passato, quando raggiunse grandi numeri con il PSDB e l’MDB. Oltre ad aver visto la forte avanzata dei partiti del cosiddetto “centrão” che, pur incorporati nella base governativa, non hanno ottenuto tutti i voti auspicati dal Palazzo Planalto.
Il PT ha vinto 252 municipi alle elezioni municipali del 2024, occupando il 9° posto nella classifica.
Il PL (PL) di Jair Bolsonaro aveva l’obiettivo di conquistare mille sindaci dopo il ritorno dell’ex presidente di stagione negli Stati Uniti tra la fine del 2022 e i primi mesi del 2023. Sono stati 516 i sindaci eletti, dietro União Brasil ( 578) e davanti ai repubblicani (435), al PSB del vicepresidente Geraldo Alckmin (309) e al PSDB (274).
Questa avanzata dei partiti centrão ha messo in luce la difficoltà del governo di riuscire a convincere la popolazione anche di fronte alla visione della corruzione rivelata dall’Operazione Lava Jato, che ha portato Lula in prigione e ha fatto subire al PT la sconfitta nel 2018 di Fernando Haddad a Bolsonaro. Da allora, la destra ha finito per consolidarsi e il centro ha mostrato la forza di articolarsi nei voti al Congresso.
E ha anche dimostrato che l’“ampio fronte” articolato da Lula durante le elezioni presidenziali del 2022, che è riuscito a conquistare l’ex rivale Alckmin e l’allora candidato alla presidenza Simone Tebet (MDB), non riesce a fornire tutto ciò di cui il governo ha bisogno. All’interno di questi partiti si stanno già muovendo per abbandonare il ticket Lulista nel 2026 e presentare i propri candidati invece di sostenere la rielezione di Lula.