Si apre in Colombia il COP16, il più grande vertice sulla biodiversità
Il vertice è accompagnato da misure di sicurezza elevate a causa della sfida di una guerriglia locale.
Lunedì si è aperto in Colombia il 16° Vertice delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP16). I leader mondiali dell’ambiente si sono riuniti per fare il punto sul declino dei livelli di biodiversità nel mondo e sugli impegni assunti dai Paesi per proteggere piante, animali e habitat critici, riporta TASR, secondo quanto riportato da AP e AFP.
La conferenza segue i negoziati di Montreal del 2022, dove 196 Paesi hanno firmato uno storico accordo globale sulla conservazione della biodiversità. L’accordo contiene 23 misure per arrestare e invertire il deterioramento della natura, tra cui la protezione di almeno il 30% della superficie terrestre e marina del mondo entro il 2030.
Specie in pericolo
Nel suo discorso di apertura, il ministro dell’Ambiente colombiano e presidente della COP16 Susana Muhamad ha avvertito i delegati che circa un milione delle specie conosciute al mondo è a rischio di estinzione. Davanti ai delegati di circa 200 Paesi, ha chiesto di aumentare i finanziamenti per combattere il declino della biodiversità.
Quella di quest’anno sarà la più grande COP sulla biodiversità mai organizzata. Fino al 1° novembre sono stati accreditati circa 15.000 delegati, tra cui più di 100 ministri e diversi presidenti.
Il tema della conferenza è “Pace con la natura” e il suo compito urgente è quello di elaborare meccanismi di monitoraggio e finanziamento per raggiungere entro il 2030 i 23 obiettivi concordati due anni fa alla COP15.
Il vertice è accompagnato da misure di sicurezza elevate che coinvolgono più di 10.000 poliziotti e soldati colombiani. Ciò è dovuto all’invito rivolto dalla guerriglia locale dell’EMC ai delegati stranieri di non recarsi alla conferenza.
Secondo il registro del Living Planet Index, la misura più completa delle tendenze delle popolazioni di vertebrati in tutto il mondo, le popolazioni di animali selvatici monitorate sono diminuite in media del 73% tra il 1970 e il 2020, ricorda l’AFP.
