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Senza verbale, la Camera ribadisce di aver agito nel rispetto della legge


In un ricorso inviato venerdì sera (27) al Tribunale federale (STF), la Camera dei deputati ha rafforzato la tesi secondo cui non vi è alcuna illegalità nell’indicazione degli emendamenti delle commissioni parlamentari. Nel documento si precisa che l’indicazione delle risorse è stata effettuata “sotto la guida legale” del governo federale.

“Si ribadisce la piena legalità della procedura adottata dai vertici del Congresso Nazionale, sia della Camera dei Deputati che del Senato Federale, sotto la guida giuridica dei Ministeri delle Finanze, della Pianificazione e Bilancio, della Gestione e dell’Innovazione, della Segreteria delle Politiche Istituzionali Relazioni e la Casa Civile della Presidenza della Repubblica, nonché la Procura Generale dell’Unione”.

Nella petizione, la Camera ha anche informato che non farà appello contro la decisione del Ministro Flávio Dino, relatore del caso presso la Corte Suprema, di sospendere 4,2 miliardi di R$ in emendamenti.

Secondo il documento, presentare ricorso spetterebbe al Congresso Nazionale, poiché l’esecuzione degli emendamenti riguarda le due Camere Legislative: Camera e Senato.

“Nel caso di una questione del Congresso, derivante dalla guida dell’Esecutivo, questa Camera ribadisce che non presenterà un ricorso alla luce della decisione dell’eminente relatore, poiché tale ricorso sarebbe di competenza del Congresso Nazionale e del Procuratore Generale Ufficio e non Camera dei Deputati”, si legge nel documento.

La lettera è una risposta ad una richiesta del ministro Flávio Dino. Il magistrato aveva dato tempo fino alle 20 di venerdì affinché la Camera pubblicasse i verbali delle riunioni in cui si sarebbe proceduto all’indicazione e all’approvazione degli emendamenti della commissione (si veda più avanti).

Giustificazione

La Camera non ha però inviato il verbale comprovante l’indicazione degli emendamenti della commissione, come aveva accertato Dino. La Camera ha giustificato che il voto sulle indicazioni sulle risorse è diventato obbligatorio solo dopo l’approvazione della legge complementare 210, approvata nel novembre di quest’anno.

La legge è il risultato di un accordo tra i Tre Poteri e determina le regole per l’utilizzo delle risorse. Una delle regole è l’obbligo per i comitati tematici di deliberare e votare sugli emendamenti.

Secondo il ragionamento della Camera, prima della sanzione di questa legge, l’indicazione delle risorse non dovrebbe essere sottoposta a votazione.

“Riguardo alla questione si chiarisce che, fino al 25 novembre 2024, non esisteva una data per la pubblicazione della Legge complementare n. 210, prevedendo che le indicazioni per gli emendamenti in commissione debbano essere votate dai rispettivi organi collegiali”, precisa.

Capire

La sospensione degli emendamenti è stata decisa in risposta ad una richiesta del Partito Socialismo e Libertà (PSOL), che lamentava irregolarità nello svincolo degli importi senza giusto processo.

Il ricorso mette in discussione la decisione presa dal presidente della Camera, Arthur Lira (PP-AL), di sospendere il funzionamento delle commissioni della Camera. Con questa decisione i comitati tematici non hanno potuto deliberare sulla sorte degli emendamenti della commissione.

Il partito contesta inoltre una lettera, firmata da 17 leader del partito, con la richiesta di pagamento di oltre 5.400 emendamenti, con l’inserimento di nuove indicazioni (per un valore di R$ 180 milioni), di cui complessivamente R$ 73,8 milioni sono destinati a Alagoas, stato della Lira.



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Luca

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