Invece di promuovere una regolamentazione intelligente e inclusiva, il Comune di SP opta per misure retrograde che non fanno altro che aumentare i problemi di mobilità e informalità
La recente controversia sul Municipio di San Paologuidato da Il sindaco Ricardo Nunese il servizio di trasporto a pagamento di passeggeri in moto attraverso le applicazioni mette in luce una serie di errori giuridici e amministrativi che meritano di essere analizzati. Sulla base di un decreto comunale che vieta tali attività, la direzione comunale cerca di limitare il funzionamento di questi servizi, giustificando la misura in nome della sicurezza pubblica e della regolamentazione del trasporto. Tuttavia, analizzando i fondamenti giuridici e costituzionali, diventa evidente che la posizione del Comune manca di supporto tecnico e viola i principi fondamentali del sistema giuridico brasiliano, danneggiando aziende, lavoratori e utenti.
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Competenza normativa nel trasporto passeggeri
Come previsto dalla Costituzione Federale, la competenza a legiferare sulla circolazione e sui trasporti spetta esclusivamente all’Unione. Il Codice della Strada brasiliano (CTB), in quanto norma federale, regola già in modo completo il trasporto di motocicli, compresi i requisiti di sicurezza, come l’uso. caschi, giubbotti ad alta visibilità e l’idoneità del veicolo al trasporto passeggeri.
La Corte Suprema Federale (STF), in recenti precedenti, ha già ribadito che i comuni non possono emanare norme che, con il pretesto della regolamentazione locale, interferiscano in materie di competenza esclusiva dell’Unione, come previsto dall’art. 22, XI, della Costituzione federale. I decreti comunali, come quello che il Comune cerca di utilizzare per vietare i servizi motociclistici attraverso applicazioni, non hanno forza normativa sufficiente per prevalere o alterare le norme federali, pena l’incostituzionalità e la violazione della supremazia della Costituzione. Il comune può tutt’al più disciplinare gli aspetti operativi locali, ma non può mai impedire l’esercizio di un’attività economica legalmente autorizzata dalla normativa nazionale.
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Libertà economica e diritto al lavoro
La legge federale n. 13.874/2019 (Legge sulla libertà economica) sancisce, tra gli altri principi, la libertà di iniziativa e la riduzione degli ostacoli burocratici all’esercizio delle attività economiche. Il provvedimento comunale contraddice direttamente tali principi vietando, in maniera generica e sproporzionata, un’attività che soddisfi tutti i requisiti di legge per essere svolta.
Inoltre, l’art. 5, XIII, della Costituzione federale garantisce il libero esercizio di qualsiasi lavoro, mestiere o professione, purché siano soddisfatte le condizioni previste dalla legge. Il tentativo del Comune di San Paolo di bloccare il trasporto di motociclette non si basa su alcuna qualifica tecnica richiesta dalla legislazione, costituendo una restrizione arbitraria dei diritti dei lavoratori che dipendono da questa modalità per la loro sussistenza.
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Il principio di proporzionalità
Il principio di proporzionalità, ampiamente riconosciuto come guida per l’azione amministrativa, richiede che le misure restrittive siano necessarie, adeguate e proporzionate rispetto all’obiettivo perseguito. La giustificazione di sicurezza presentata dal Comune non soddisfa questi criteri, soprattutto considerando che il trasporto di motociclette, ampiamente utilizzato in Brasile sia per passeggeri che per consegne, è già regolato dal Codice della Strada
Brasiliano (CTB). L’arte. 56 della CTB stabilisce le condizioni di sicurezza necessarie per il trasporto di passeggeri su motocicli, compreso l’uso obbligatorio dei dispositivi di protezione e il rispetto dei limiti tecnici.
Invece di vietare l’attività, il Consiglio comunale potrebbe adottare misure meno restrittive, come la definizione di requisiti di formazione, ispezioni o campagne educative più efficaci, azioni che sarebbero più proporzionate e in linea con il sistema legale. L’imposizione di un divieto assoluto, oltre ad essere sproporzionata, viola i diritti fondamentali limitando il diritto al lavoro e danneggia sia i lavoratori che gli utenti. Questa misura, lungi dal risolvere i problemi strutturali di sicurezza e mobilità urbana, tende ad aggravare l’informalità e i rischi associati, colpendo direttamente la popolazione più vulnerabile.
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Impatto economico e sociale della misura
Vietare il trasporto delle moto tramite app ha impatti diretti sull’economia locale e nazionale. Questa modalità di trasporto rappresenta un’alternativa conveniente ed efficiente per migliaia di utenti, soprattutto nei grandi centri urbani come San Paolo, dove i problemi di mobilità sono intensi. Inoltre, questa attività rappresenta una fonte di reddito per migliaia di lavoratori, molti dei quali già versano in condizioni economiche precarie.
Imponendo questo divieto, l’amministrazione comunale ignora la realtà sociale ed economica del Paese, spingendo i lavoratori nell’informalità e danneggiando una popolazione che dipende da servizi accessibili per spostamenti rapidi.
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L’abuso dei decreti per limitare i diritti
Il decreto utilizzato dal Comune per vietare il trasporto a pagamento dei motocicli è giuridicamente discutibile. I decreti, in quanto strumenti di regolamentazione amministrativa, non hanno forza normativa per limitare diritti o creare obblighi che non siano espressamente previsti dalla legge. Questo tentativo di sovvertire la gerarchia delle norme viola il principio di legalità sancito dalla Costituzione federale e compromette la certezza del diritto.
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Il ruolo della tecnologia nella mobilità urbana
L’adozione di tecnologie e piattaforme digitali nel settore della mobilità urbana rappresenta una naturale evoluzione per soddisfare i bisogni della popolazione. Trasporto entro motociclette tramite applicazioni Non è solo un modello efficiente, ma anche un esempio di innovazione che sfida le strutture di trasporto tradizionali, spesso inefficienti e costose.
Cercando di fermare questo progresso, il Comune di San Paolo si oppone alla modernizzazione e allo sviluppo. Invece di promuovere una regolamentazione intelligente e inclusiva, che trae vantaggio dai vantaggi di questa modalità, si opta per misure retrograde che non fanno altro che aumentare i problemi di mobilità e informalità.
È possibile concludere che il divieto del trasporto a pagamento di passeggeri in moto tramite app, basato su un decreto municipale, si rivela una misura incompatibile con i precetti dell’ordinamento giuridico brasiliano e con gli interessi collettivi della società. Invece di promuovere progressi, va indietro nella ricerca di soluzioni moderne, efficaci ed eque alle sfide della mobilità urbana. È fondamentale che la pubblica amministrazione adotti una posizione di rispetto diritti fondamentali e dare priorità all’inclusione di innovazioni a vantaggio dei lavoratori e degli utenti. Perseverare nell’illegalità è contrario allo sviluppo.
*Questo testo non riflette necessariamente l’opinione di Jovem Pan.