Salvini, assolto in Italia dal processo per aver impedito lo sbarco di migranti dalla nave spagnola ‘Open Arms’ | Internazionale
Matteo Salvini, leader di estrema destra della Lega, attuale ministro dei Trasporti e vicepresidente del governo italiano di Giorgia Meloni, è stato assolto questo venerdì pomeriggio nel processo aperto contro di lui tre anni fa a Palermo per le sue azioni nell’agosto 2019, quando era ministro degli Interni, con la nave di soccorso spagnola Braccia aperte. Per 19 giorni ha impedito lo sbarco di una nave con a bordo 147 migranti, ancorata al largo dell’isola di Lampedusa. Alla fine, in una situazione critica a bordo – due bagni, tutti dormivano per terra, 13 persone si sono gettate in acqua e 27 minorenni sono stati evacuati – è intervenuta la Procura di Agrigento, ordinando loro di scendere a terra e aprendo un’inchiesta. Ne è seguito un processo, con 27 capi d’accusa civili, in cui è accusato di sequestro di persone e omissione di atti d’ufficio, durato tre anni e che, per il momento, in attesa di un possibile appello, è giunto al termine.
La Procura ha chiesto sei anni di reclusione e per la difesa l’assoluzione, tesi che è stata accolta integralmente dal tribunale, riunito da questa mattina. In Italia viene resa nota solo la sentenza, e il testo con le motivazioni viene pubblicato più tardi, nelle settimane successive, quindi non c’è ancora modo di sapere come il tribunale ha argomentato la sua decisione. Per questo dovremo aspettare. La sentenza è impugnabile e in Italia non è definitiva fino al terzo e ultimo grado, equivalente alla Corte di Cassazione, una procedura che può durare anni e nella quale, nel frattempo, la pratica politica quando si tratta di assumere e rivendicare responsabilità di solito è aspettare fino alla fine, poiché i colpi di scena non sono rari.
Il processo è carico di connotazioni, perché è l’ultimo episodio di un conflitto antico e tuttora in corso, tra i tribunali e i successivi governi che stabiliscono misure severe contro l’immigrazione. Nel 2019, quando si verificarono i fatti giudicati, l’Esecutivo era una coalizione del Movimento Cinque Stelle (M5S) con la Lega, alla quale lasciò la gestione dell’immigrazione, la principale questione di lettori. Oggi è l’esecutivo di estrema destra di Giorgia Meloni, di cui Salvini è membro, ad attaccare i magistrati che ne hanno paralizzato il piano di deportazioni verso l’Albania, basato sulle norme Ue, e a rendere la vita impossibile alle Ong di salvataggio con regole severissime.
L’episodio di Open Arms ha ricevuto molta attenzione da parte dei media all’epoca – l’attore Richard Gere è venuto a sostenere la troupe – e ha evidenziato le carenze dell’UE nell’affrontare il problema. Salvini, in tempi bassi alla guida del suo partito, ha approfittato del processo nei mesi scorsi, da quando a settembre era nota la richiesta della Procura, per presentarsi come vittima di persecuzione: “Mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia e il Paese”. Italiani. “Mi dichiaro colpevole di aver mantenuto la parola data”, ha dichiarato in un video dopo aver appreso la richiesta del pubblico ministero. Il suo partito ha poi organizzato mobilitazioni di sostegno e ha diffuso l’immagine di un manifesto in stile film western, dove appare il ritratto di Salvini, come se fosse un ribelle in cerca e cattura.
Oggi, entrando in tribunale poco prima delle nove e mezza del mattino, aveva insistito: «Sono assolutamente orgoglioso di quello che ho fatto. Ho mantenuto le promesse fatte, ho lottato contro l’immigrazione di massa e qualunque sia la sentenza di oggi, per me è un giorno bellissimo, perché sono orgoglioso di aver difeso il mio Paese. “Rifarei tutto quello che ho fatto.”
Il processo si è aperto con un intervento finale dell’accusa e della difesa, nel quale hanno riaffermato le loro conclusioni. Il pm Marzia Sabella ha insistito sulla sua linea: «In questo processo si mette in discussione la libertà di un gruppo di persone, che è stato privato delle stesse impedendo loro lo sbarco». Nel suo discorso d’accusa finale di settembre, la Procura aveva sostenuto che “in questo processo affrontiamo la questione dei diritti umani, della vita, della salute e della libertà personale che prevalgono sul diritto di difendere i confini”. Ha assicurato che Salvini ha creato “un caos istituzionale con la sua posizione senza precedenti” e che non ha applicato la legge, ma piuttosto “era consapevole dell’illegittimità delle sue azioni”. “Aveva l’obbligo di concedere un porto sicuro e non lo ha fatto”, ha concluso. Inoltre, il Pubblico Ministero ha sottolineato che a bordo c’erano 32 minori, la maggior parte dei quali finalmente evacuati dopo pochi giorni: “I minori sono vittime altamente vulnerabili, non migranti non identificati. Bisognava accoglierli subito”.
La difesa di Salvini, invece, le cui tesi sono state accolte dal tribunale, ha accusato Open Arms di essere stata proprio lei a rapire i migranti, con l’obiettivo politico di fare pressione sul governo italiano e contrastare la politica dei porti chiusi. Afferma che la nave aveva “innumerevoli possibilità” di sbarcare queste persone in Tunisia, Malta e Spagna, ma preferiva “vagare” per mare perché voleva attraccare solo in Italia. In ogni caso, i loro avvocati sostengono che mentre la nave è rimasta attraccata davanti al porto di Lampedusa, i naufraghi sono stati sempre assistiti e non hanno corso rischi. “Il codice penale non punisce chi nega la libertà di sbarco in Italia, ma piuttosto chi nega la libertà di movimento. In questo caso Open Arms ha volontariamente impedito che i migranti raccolti andassero altrove. Avevano il dovere di andare in Spagna, dove era stato offerto loro di sbarcare, ma non hanno voluto”, ha detto l’avvocato di Salvini, sua collega di partito Giulia Bongiorno.
Nonostante Salvini avesse già avuto altre denunce finite nel nulla, in quest’ultimo intervento la Procura ha sottolineato che «questo caso è unico», per come si sono svolti i fatti. Tutto è iniziato il 1° agosto 2019, quando la nave spagnola ha chiesto il permesso di sbarcare in Italia le persone soccorse in mare e il governo italiano di Giuseppe Conte, una coalizione del Movimento Cinque Stelle (M5S) e della Lega di Matteo Salvini, ha applicato la sua nuova dura politica sull’immigrazione e chiusura dei porti alle ONG. Salvini ha negato il permesso con un decreto, firmato da lui stesso come ministro dell’Interno, e anche da due ministri del M5S, Elisabetta Trenta, della Difesa, e Danilo Toninelli, dei Trasporti. È iniziato uno scontro, a grande sfondo politico, sull’immigrazione in Europa, in cui Open Arms è ricorsa ai tribunali italiani e l’ha vinta: il 14 agosto ha sospeso il provvedimento. È questa decisione del Tar del Lazio a segnare il processo, poiché da lì nasce l’accusa di sequestro di persona. La nave si è poi diretta al porto di Lampedusa, ma le è stato impedito lo sbarco. Il Pubblico Ministero sosteneva che l’assegnazione di un porto sicuro di sbarco avrebbe dovuto avvenire immediatamente dopo l’ingresso della nave in acque internazionali: «Dovrebbe essere assegnato senza indugio, non un’ora dopo il momento in cui era stato richiesto, il la negazione è stata prodotta con un disprezzo intenzionale e consapevole delle regole.
Nella settimana successiva, inoltre, accade un’altra cosa decisiva: il Governo si scioglie, e da quel momento sia Conte che i ministri M5S prendono le distanze dalla politica di Salvini e dalla sua crociata contro la nave del Braccia aperte. È un altro aspetto cruciale per l’accusa, poiché dimostra che si è trattato di una decisione personale del leader della Lega, e non di una politica consensuale del governo, che ormai era già rotta. Ecco perché la Procura vede l’atteggiamento di Salvini come atti amministrativi “illegittimi e penalmente rilevanti”, consapevole di agire in spregio a tutte le norme del diritto nazionale e internazionale, distinguendo così la sua responsabilità da quella del Governo nel suo complesso.
La difesa di Salvini ha sostenuto proprio che il blocco dei Braccia aperte È stata una decisione collettiva dell’intero Governo di Giuseppe Conte ed è stato un atto politico collegiale che non può trasformarsi in un processo che coinvolge un singolo individuo. Tuttavia, sia Conte, Trenta che Toninelli – i due ministri che hanno firmato il primo decreto e poi si sono rifiutati di firmarne un altro dopo che è stato annullato in tribunale – hanno testimoniato al processo che Salvini ha agito di propria iniziativa.
Il 20 agosto, finalmente, la procura di Agrigento, competente per giurisdizione, ha forzato lo sbarco con ordinanza del tribunale e ha avviato il processo contro Salvini. Il Senato italiano ha dovuto autorizzarlo nel 2020 e, con il leader della Lega all’opposizione, la maggioranza ha votato a favore (compresi i suoi ex partner di governo M5S).