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Russia e Cina potrebbero tornare al baratto

Gli accordi di baratto tra Pechino e Mosca erano particolarmente frequenti nel periodo precedente al crollo dell’Unione Sovietica, ma sono continuati negli anni ’90 dopo la sua scomparsa.

È probabile che Russia e Cina lancino accordi di baratto, con contratti nel settore agroalimentare che potrebbero iniziare già in autunno. Lo affermano fonti nell’ambito del commercio e delle transazioni finanziarie, come riporta la Reuters, secondo cui Mosca e Pechino stanno così cercando di limitare l’uso del sistema bancario monitorato dagli Stati Uniti.

I ritardi nei pagamenti sono stati una delle aree di discussione durante la visita del presidente russo Vladimir Putin in Cina nel maggio di quest’anno. Sebbene siano emerse soluzioni, come l’uso di piccole banche regionali cinesi le cui attività sono più difficili da monitorare per Washington, i problemi con i pagamenti rimangono.

Gli accordi di baratto permetteranno a Mosca e Pechino di evitare complicazioni nei pagamenti, di ridurre la capacità delle autorità di regolamentazione occidentali di controllare le loro transazioni e di limitare i rischi valutari. Il direttore di un’importante banca russa ha confermato i preparativi per un accordo di baratto, ma ha rifiutato di fornire dettagli. Una fonte di transazioni finanziarie, invece, ha affermato che si sta discutendo in particolare dell’esportazione di prodotti alimentari. Un’altra fonte ha aggiunto che le aziende stavano anche discutendo la possibilità di esportare metalli russi in cambio dell’importazione di macchinari e attrezzature cinesi.

La Cina ha una lunga esperienza di accordi di baratto. Per quanto riguarda gli ultimi anni, nel 2019, ad esempio, ha concordato con la Malesia l’importazione di olio di palma per un valore di quasi 150 milioni di dollari (137,40 milioni di euro), in cambio dei quali, tra l’altro, ha fornito servizi nel settore delle costruzioni o la fornitura di alcuni prodotti nel campo delle attrezzature di difesa. Nel 2021, da parte sua, l’azienda cinese ha esportato in Iran componenti per auto per un valore di 2 milioni di dollari, per i quali ha importato pistacchi.

Gli accordi di baratto tra Pechino e Mosca erano particolarmente frequenti nel periodo precedente al crollo dell’Unione Sovietica, ma sono continuati negli anni ’90 dopo la sua scomparsa. I contratti attualmente in discussione saranno quindi i primi dopo circa 30 anni.

A febbraio, il Ministero dell’Economia russo aveva pubblicato un documento che consigliava alle imprese russe come condurre le transazioni di baratto, evidenziando le insidie da evitare. Tuttavia, il ministero non ha risposto alle attuali domande sul documento o sui prossimi accordi con la Cina.

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