A dicembre l’Università di Oxford ha scelto la parola dell’anno: “marciume cerebrale“, un’espressione che in spagnolo significherebbe qualcosa come “cervello marcio” e che è definita da un “presunto deterioramento delle facoltà mentali o intellettuali, soprattutto legato all’abuso di contenuti digitali banali o poco stimolanti”. La sensazione che la massa grigia stia per sprecarsi va ben oltre la “nebbia mentale” che ha cominciato a invaderci nel post-pandemia, quando verbi come languire sono diventati popolari per dare un nome alla scarsa concentrazione di una popolazione stremata. Lui marciume cerebrale Ora è come quella foschia, ma nella sua versione steroidea: quella del scorrere sensazione compulsiva di chi mangia così tanto schermo da non riuscire a leggere qualcosa in una volta sola e da poter comunicare solo attraverso la semantica dello schermo adesivi e meme. Per definire chi soffre di questa nuova deriva mentale, molta attenzione è stata posta su come sia stato alterato lo standard nel senso dell’umorismo e dell’assurdo: c’è il fenomeno dei video skibidiincomprensibile per chi ha un consumo di rete inferiore all’ora giornaliera—, ma poco si evidenzia come il marciume cerebrale ha stravolto i canoni della bellezza per fissare obiettivi tanto artificiali quanto crudeli.
Nel 2025, una donna dal cervello marcio ha capito che per essere attraente deve occupare poco spazio ed essere molto magra. Niente di nuovo sotto il sole, se non che deve essere scolpito nella pietra senza permettere un grammo di grasso e nascondere la sua forza perché appare fragile, come un cerbiatto pronto per essere catturato.
I volti che il cervello marcio applaude devono avere occhi grandi, labbra spesse, sopracciglia folte e pelle liscia e senza imperfezioni. I volti sono alieni, mai rotondi, con la forma di un triangolo rovesciato e la mascella marcata. Il naso, quasi inesistente, sarà definito solo dalla punta, che sembrerà un minuscolo bottone e le guance, cancellate, sono pura aberrazione. C’è una ragione per cui le bichectomie sono salite alle stelle, con le persone che perdono grasso buccale per evidenziare gli zigomi e ottenere quella falsa espressione per la vita che tradisce il mordersi le guance. Quelli carini con il cervello marcio hanno imparato che nel 2025 nessuno vuole un “faccia del cuscino” o faccia imbottita, così è stata insultata Madonna perché era ovvio che lavorava sulla sua faccia. Adesso tutti ne vogliono una come la nuova Lindsay Lohan, cioè ricevere le stesse iniezioni di prima, ma senza che si notino. Catherine Shannon lo ha detto molto meglio in uno dei miei testi preferiti del 2024: “Il scorrere sui nostri telefoni ci sta uccidendo. E non solo distruggendo la nostra attenzione, le riserve di dopamina o i rapporti con gli altri: “Il tuo telefono è il motivo per cui non avrai mai voglia di sexy con il tuo corpo.”
Dato che non mi piace la persona che divento quando passo troppo tempo lì dentro, cerco di non farmi prendere da Instagram, luogo di passaggio del terrore adulto, territorio fertile per alimentare i miei complessi. Manca nemmeno una settimana al 2025, ma è chiaro che il limbo del nuovo anno è quello dei propositi dell’organismo per via del numero di account suggeriti che non seguo, ma che mi hanno fatto ripensare alla mia alimentazione, al mio viso, al mio vita . Sono stato sette giorni bobine angosciandomi per come il cortisolo mi porterà alla rovina mentale e fisica, vedendo un esercito di sergenti pull-up che si dipingono gli addominali con un pennarello (!) e sopportando il bombardamento di un trattamento per ridurre il doppio mento che, dopo averlo visto così tantissimo, ho guardato anche il prezzo: una seduta, 800 euro (ne sono consigliate tre per notare l’effetto). Non lo diremo abbastanza, ma tutta questa ipervigilanza corporea con la quale siamo disciplinati ha dei colpevoli diretti. Non è solo quel rettangolo nero. Sono i cecchini capitalisti che, attraverso questo, ingrassano le loro casse nutrendosi delle nostre paure.