Prima denuncia davanti alla Magistratura per aver dato al PP il pieno controllo delle accuse popolari nel ‘caso Ábalos’ | Spagna
Il Consiglio Generale della Magistratura (CGPJ) ha già sul tavolo il primo reclamo riguardante la decisione del giudice Leopoldo Puente, istruttore della Corte Suprema, di concedere al PP il controllo completo delle accuse popolari in tribunale. Il caso Ábalos. Gli avvocati Alexis Aneas e Inmaculada Jaén, avvocati dell’associazione Liberum, hanno presentato una memoria davanti all’organo direttivo dei giudici per protestare dopo che il magistrato ha impedito loro di assistere alla dichiarazione di José Luis Ábalos, ex ministro dei Trasporti, questo giovedì informarli che non potranno presenziare ad alcun interrogatorio e che non verranno più informati degli eventi accaduti durante il procedimento.
Mercoledì scorso, il giudice Leopoldo Puente ha deciso di unificare le sette accuse popolari che figurano nel caso e ha concesso l’incarico legale al PP (per essere stato il primo a comparire). Nella sua delibera, il magistrato non ha indicato nulla che gli altri non avrebbero potuto assistere alle dichiarazioni, né che non avrebbero ricevuto le notifiche. Tuttavia, questo giovedì, dopo essersi recato presso la Corte Suprema per ascoltare Ábalos, il magistrato ha informato che ormai poteva passare solo il rappresentante del PP e che, d’ora in poi, tutta la documentazione sarebbe stata inviata solo a quelli popolari.
Secondo gli avvocati di Liberum questa restrizione viola i diritti. “Non si è basata su alcuna regola procedurale”, si legge nella denuncia inviata al CGPJ: “L’unificazione non deve, in nessun caso, impedire o indebolire il legittimo diritto di esercitare l’accusa popolare”. Gli avvocati insistono sul fatto che queste limitazioni “impediscono la difesa nel libero esercizio della legge”.
Allo stesso tempo, secondo l’agenzia Europa Press, il PP si è opposto al PSOE unendosi alle accuse popolari del partito Il caso Ábalos che è rimasto presso la Corte Nazionale, dove venne inizialmente soprannominato Il caso Koldo. Il giudice Ismael Moreno, istruttore del Tribunale, ha accettato la comparsa dei socialisti, ma i popolari hanno manifestato il loro rifiuto, ritenendo che la loro posizione “potrebbe essere messa in discussione”. “Il PSOE potrebbe avere una responsabilità penale/civile nel caso speciale portato avanti davanti alla Corte Suprema e, allo stesso tempo, essere un’accusa popolare in questo caso?”, si chiede in uno scritto l’avvocato del PP, Alberto Durán.
Dichiarazione respinta
D’altra parte, il giudice Ismael Moreno ha emesso questo venerdì un’ordinanza con la quale esclude, per il momento, che l’imprenditrice María del Carmen Pano Sánchez e sua figlia, Leonor María González Pano, possano testimoniare, come sostengono le accuse del PP e Iustitia Europa, partito che svolge anche il ruolo di accusa popolare nel Caso Begoña Gómez. González Pano era l’amministratore unico di Have Got Time SL, una società che acquistava uno chalet a La Línea de la Concepción (Cadice) per il presunto godimento dell’allora ministro José Luis Ábalos. Secondo la Guardia Civil, hanno acquistato quella casa su richiesta del commissario Víctor de Aldama, attore chiave nella presunta manipolazione dei contratti per l’acquisto di mascherine durante la fase peggiore della pandemia.
Pano Sánchez aveva dichiarato in ottobre su un sito web – senza rivelare inizialmente la sua identità – di aver portato, nel 2020, due borse per un valore totale di 90.000 euro presso la sede federale del PSOE, in via Ferraz, a Madrid, per ottenere la licenza . dell’operatore di idrocarburi, la società Villafuel SL, epicentro di una frode sull’IVA sui carburanti su cui sta indagando un altro giudice del Tribunale nazionale, Santiago Pedraz. Entrambi sono sospettati in questa seconda sintesi, dove è implicato anche Aldama.
Il magistrato sottolinea, in linea con quanto affermato dalla Procura anticorruzione, che le dichiarazioni di Pano Sánchez ai media contraddicono quanto riportato in un rapporto dell’Unità Operativa Centrale (UCO) della Guardia Civil preparato sulla base delle informazioni raccolte dai dispositivi elettronici sequestrati agli indagati Il caso Koldo. Per questo motivo, ha incaricato gli agenti di “verificare se nei telefoni e nei dispositivi digitali intercettati ci sono dati che consentano di corroborare le dichiarazioni rese” da Pano Sánchez ai media digitali. «Con l’esito si concorderà ciò che è opportuno», aggiunge il giudice Moreno nel dispositivo dell’ordinanza.