Secondo uno studio dell’Università Complutense, in ogni classe tra la 4a della Primaria e la 4a dell’ESO ci sono circa due studenti che soffrono di bullismo. Secondo un altro, del Ministero dell’Istruzione, il 7,7% delle famiglie ritiene che il proprio figlio sia stato molestato. Questo è sempre successo, forse ancor più di adesso. Se ci sono e ci sono stati tanti bambini e adolescenti vittime di bullismo a scuola, intorno a noi ci sono anche tante persone che sono state bullizzate. E genitori di bambini e adolescenti vittime di bullismo in questo momento, in una classe delle scuole superiori o attraverso i social network.
Ma le famiglie di ragazzi che fanno bullismo di solito impiegano un po’ di tempo per vederlo e riconoscerlo e non è comune per loro chiedere aiuto su come comportarsi se sospettano che il loro figlio sia vittima di bullismo. La Fondazione ANAR ha gestito tramite il suo telefono 1.230 casi di bullismo nel 2023: solo una piccolissima parte delle chiamate, i responsabili stimano meno dell’1%, proveniva dall’ambiente dell’aggressore, nonostante lo avessero anche a disposizione. E quando siamo adulti, sono anche poche le persone che riconoscono di essere stati bulli ad un certo punto della loro infanzia o adolescenza e che raccontano cosa li ha portati a ciò o vi riparano in qualche modo.
Il coinvolgimento di tutte le parti in causa, l’analisi dei meccanismi che possono portare un bambino al bullismo, il saper individuare i sintomi e la consapevolezza che il bambino è vittima quanto aggressore, sono fattori chiave per affrontare il problema.
CREDITI
Edizione: Ana Ribera
Progettazione del suono: Nicolas Tsabertidis
Accordatura: Jorge Magaz
Paula ha inviato la lettera al Parlamento dell’Andalusia raccontando il suo caso attraverso la piattaforma Osoigo.
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