È morta all’età di 91 anni Celeste Caeiro, la protagonista della rivoluzione portoghese del 1974.
Spesso isolati dall’altra parte dell’Atlantico, dimentichiamo le nostre storiche radici portoghesi. Per quanto apprendiamo delle grandi navigazioni, del Brasile coloniale e della nostra indipendenza, dove in effetti la storia del Brasile e Portogallo erano due pagine dello stesso libro, gran parte di ciò che accadde in Portogallo dopo il 1822 viene ignorato da noi brasiliani. Potrei elencare una serie di episodi rilevanti per i lusitani dal XIX secolo ad oggi, ma nessun capitolo è tanto importante per il Portogallo di oggi quanto quello Rivoluzione dei garofani.
Se nel XX secolo abbiamo vissuto alcuni decenni di governo civile e democratico, anche la realtà dei nostri fratelli portoghesi è stata molto simile. Nel 1933 assistemmo alla fondazione dell’Estado Novo in Portogallo guidato da Antônio de Oliveira Salazar, un regime autoritario con forti influenze del fascismo italiano, che adottò il modello del partito unico e il corporativismo statale.
Per 41 anni ininterrotti, il Portogallo rimase un paese rurale, molto indietro nell’aspetto industriale rispetto ai suoi vicini europei, ma pur sempre una nazione che aveva ereditato il territorio di un grande impero, con colonie in Africa e Asiacome Angola, Mozambico, Guinea-Bissau, Capo Verde, São Tomé e Príncipe, Macao e Timor Est. Per quattro decenni, la censura della stampa, il divieto di formare gruppi politici, la restrizione totale della libertà di espressione e un forte militarismo hanno permeato la società portoghese, che ha visto molti dei suoi connazionali coinvolti in cause politiche e sociali subire abusi e persino essere uccisi dalle forze statali.
Il Portogallo mantenne la sua neutralità durante la seconda guerra mondiale. A differenza di altre potenze coloniali che si sbarazzarono dei loro imperi e concessero l’indipendenza alle loro colonie negli anni ’50 e ’60, i portoghesi, nonostante l’evidente arretratezza tecnologica della loro nazione, mantennero un vasto impero in tutto il pianeta. Vedendo tutti i loro vicini diventare nazioni libere, angolani, mozambicani, capoverdiani e guineani, con l’aiuto dei protagonisti della Guerra Fredda, hanno intrapreso uno scontro militare contro l’amministrazione coloniale. In questo contesto, dal 1961 la guerra coloniale portoghese è stata combattuta per più di 13 anni, provocando migliaia di vittime e causando enormi tensioni interne al governo Estado Novo.
I soldati sottopagati, esausti per aver combattuto nel XX secolo per ideali morti nel XIX secolo, insieme alla società civile stanca di vedere i loro diritti fondamentali limitati per più di 40 anni, iniziarono a ribellarsi. Il 25 aprile 1974 ebbe luogo la rivoluzione più recente della grande storia portoghese, che avrebbe posto fine pacificamente alla dittatura, un movimento spontaneo e organico di civili e militari per instaurare una democrazia liberale nel paese, che avrebbe anche porre fine al colonialismo portoghese dopo quasi cinque secoli. In tutto il mondo, la Rivoluzione del 25 aprile ha acquisito un simbolo, un colore, una forma. I garofani rossi, che ancora oggi vengono distribuiti e decorati in tutte le città portoghesi in occasione delle celebrazioni dell’anniversario della rivoluzione, portano con sé un’origine portoghese quanto le crostate alla crema.
Nata nell’anno di fondazione dell’Estado Novo nel 1933, Celeste Caeiro aveva umili origini e, poco più che quarantenne, in una qualunque giornata di lavoro, si recò in un ristorante del centro di Lisbona per un’altra parte della sua giornata. vita che non aveva mai conosciuto un’altra realtà diversa da quella della dittatura di Salazar. Il momento di disordini politici in Portogallo portò scompiglio nel commercio di Lisbona, costringendo il capo di Celeste a decidere di chiudere il suo locale il 25 aprile 1974. Il ristorante stava completando un anno di attività e i fiori decorativi, garofani rossi e bianchi che sarebbero stati utilizzati per decorare gli interni del locale e fare regali ai clienti, finirono per essere utilizzati non per questo scopo, ma per uno scopo ben più grande. Responsabile di portare i fiori con sé, Celeste decise di fare doni a soldati e civili per le strade della capitale in un gesto che sarebbe poi stato immortalato per generazioni. I garofani finirono sui baveri dei soldati e dei civili, furono messi nelle canne dei fucili e poi divennero popolari come la materializzazione di un colpo di stato, di una rivoluzione civico-militare, senza lo spargimento di una goccia di sangue.
Da Grândola, un oscuro villaggio, a Luanda, dall’ex capitale imperiale Lisbona a Maputo, i garofani di Celeste hanno rappresentato la ricerca della libertà, la fine di una dittatura, la fine del colonialismo portoghese e l’inizio di una delle transizioni democratiche di maggior successo in storia. In ogni angolo, un amico, in ogni volto, l’uguaglianza. Dal 25 aprile i garofani sono la speranza per un mondo più libero, una società più giusta e un rapporto più fraterno tra istituzioni e cittadini. Venerdì (15), all’età di 91 anni, Celeste Caeiro, la “Signora dei garofani”, ci ha lasciato, ma il suo gesto di gentilezza senza pretese e i suoi garofani saranno per sempre il simbolo della nostra speranza nella democrazia.
*Questo testo non riflette necessariamente l’opinione di Jovem Pan.