Non è chiaro perché la pensione vedovile abbia sempre i suoi detrattori. Da anni emergono teorie che sostengono l’eliminazione del beneficio, tra le altre, si può citare come esempio l’opera pubblicata nel 1990 sulla rivista Labor Relations che ne propone la scomparsa perché si ritiene che la morte del coniuge non debba essere degna di tutela da parte della Previdenza Sociale. Un argomento assurdo è una necessità sociale tutelata fin dai tempi del diritto romano. IL college e il sodalitia Aiutavano le vedove e gli orfani fornendo somme mensili per il loro sostentamento e nel Medioevo la Chiesa e le mutue municipali si prendevano cura delle persone rimaste senza protezione a causa della morte del capofamiglia in un’epoca in cui le donne non lavoravano fuori da casa.
Nel nostro ordinamento, la Costituzione impone ai poteri pubblici l’obbligo di garantire bisogni sociali come la perdita di uno dei coniugi, che, senza dubbio, crea un bisogno importante. La Previdenza Sociale spagnola mantiene questa prestazione tra le sue azioni protettive e la Convenzione 102 delle Norme Minime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, firmata dal nostro Paese, la inserisce tra le contingenze tutelabili.
Per quanto riguarda la possibilità di dichiararne l’incompatibilità con il lavoro del pensionato, bisogna ricordare che siamo in un sistema contributivo. La pensione viene corrisposta in base ai contributi pregressi e, pertanto, il diritto a tale pensione non dovrebbe avere alcun collegamento con il lavoro svolto dal pensionato.
Per quanto riguarda l’importo maggiore, se il decesso è avvenuto a causa di un infortunio sul lavoro, questo privilegio È concessa in tutti i sistemi europei ed è incrementata in tutte le prestazioni sociali.
In Spagna il beneficio è stato istituito molto tardi. Nel 1900 venne promulgata la Legge sugli infortuni sul lavoro, nel 1919 venne attuato il pensionamento dei lavoratori e nel 1947 l’invalidità dei lavoratori attraverso la Sovi, l’assicurazione obbligatoria per la vecchiaia e l’invalidità; Tuttavia, la vedovanza non fu emanata fino al 1967 con requisiti elevati per il suo pagamento, che la vedova fosse sposata con il defunto da almeno dieci anni e, cosa più imbarazzante, che la vedova non avesse un comportamento immorale. Successivamente, questi requisiti obsoleti sono scomparsi.
Attualmente le pensioni sono compatibili con il lavoro del pensionato ed entro il 2025 sono state introdotte importanti modifiche per tutelare i pensionati più vulnerabili. Gli importi aumenteranno del 2,8% in relazione alla rivalutazione del CPI. I pensionati con responsabilità familiari supereranno l’importo di 1.062 euro mensili e in riferimento a coloro che hanno tra i 60 e i 65 anni gli importi minimi si aggireranno intorno ai 793 euro mensili. Tutto questo con l’obiettivo di servire nel miglior modo possibile chi ne ha più bisogno.
La perdita del coniuge è estremamente importante per il gruppo familiare e, come detto, siamo in un sistema contributivo che lega le pensioni ai contributi che i lavoratori hanno versato. La pensione si perde per morte del pensionato, per contrazione di un nuovo matrimonio con determinati requisiti e se può essere provato l’intervento del coniuge superstite in un reato contro il defunto.
Guadalupe Muñoz È accademica corrispondente della Reale Accademia di Giurisprudenza e Legislazione.