Delle migliaia di risse e polemiche sorte tra destra e sinistra a seguito della vittoria di Manuela Carmena alle elezioni comunali della capitale del maggio 2015 con Ahora Madrid, una è stata la più nota e non ha nulla a che vedere con la politica, né con la profonda giù sì, come ogni cosa nella vita. Era il Natale di quell’anno, quando il Comune di Madrid volle dare un tocco moderno e diverso alla tradizionale sfilata dei Re Magi, in cui, ad esempio, anno dopo anno centinaia di cortei dipingono di nero il volto di un uomo bianco tutto ciò che implica e in cui, ad esempio, sfilano Darth Vader o Dora l’Esploratrice e nessuno dice una parola.
“Mia figlia di 6 anni: “Mamma, il vestito di Gaspar non è reale”. Non ti perdonerò mai, Manuela Carmena. Mai”. È stato questo il tweet di successo lanciato, in mezzo alla sfilata dei Re Magi, dalla leader del PP Cayetana Álvarez de Toledo, all’epoca ex deputata, direttrice dell’Area Internazionale della FAES e una delle voci interne più critico nei confronti del management di Mariano Rajoy, indignato per l’abbigliamento indossato dalle loro maestà i Re d’Oriente, che qualcuno ha addirittura paragonato a tende da doccia.
Quei costumi, secondo Álvarez de Toledo, non erano tipici delle maestà che, invece, indossavano abitualmente costumi dei re occidentali del XVIII secolo, con ermellini, tuniche e ricchi mantelli che nulla hanno a che vedere con l’epoca in cui che presumibilmente vivevano. Dopo il fattoIL hashtag #NoTeLoPerdonareJamasCarmena, sotto il cui ombrello sono state pubblicate tutte le battute folli e le mene più esilaranti e assurde. Il tweet in questione è ancora vivo e ha accumulato 5.000 commenti, 30.000 retweet, 20.000 cuori e 587 salvataggi.
Mia figlia di 6 anni: “Mamma, il vestito di Gaspar non è reale”.
Non ti perdonerò mai, Manuela Carmena. Mai. #cabalgatatve— Cayetana Álvarez de Toledo (@cayetanaAT) 5 gennaio 2016
La sfilata era già stata preceduta da polemiche per la decisione di Carmena di rinunciare agli animali – per la prima volta in 18 anni, le 70 oche del pastore Miguel Espinosa di Palencia non hanno sfilato, né c’erano cammelli – e di sostituire gli uomini con le donne nella sfilata ruolo di Re nelle sfilate di alcune contrade, ma nessuno vedeva arrivare la polvere dei costumi.
L’allora sindaco fu costretto a chiarire che l’Amministrazione Comunale prendeva “molto sul serio” le tradizioni e che era stata posta “grande cura” sia nella scelta dell’abbigliamento che nell’abbigliamento. oggetti di scena come nei discorsi tenuti dalle Loro Maestà dell’Oriente. Gli abiti della sfilata furono disegnati dallo stilista Jorge Dutor e, come difese l’allora delegata alla Cultura, Celia Mayer, “facevano riferimento all’immaginazione dei bambini che piace molto ai bambini”.
La Mayer si è dichiarata sorpresa che alcuni costumi fossero “praticamente diventati una questione di stato”, ha ricordato che si trattava di una “questione estetica” e “soggettiva” e ha preso atto delle critiche, con la promessa di “adattare la programmazione a una cosa. ” che esteticamente piace di più a tutti.” E così è stato. C’erano molte aspettative, ma le cavalcate di Carmena negli anni successivi rimasero fedeli al copione.
Questo lunedì, in una Madrid già immersa nelle prossime festività, con le luci di Natale a pieno regime dopo essere state accese giovedì, con l’autobus Naviluz che circolava a tutta velocità e con la metro di Natale che sfrecciava sulla linea 6, Carmena ha ricordato, non si sa perché, tutta questa faccenda e si è chiesta in onda su X alle 22:51: “Bastano otto anni per perdonarlo?”
Al momento, tra i 304 commenti generati in sole tre ore, non c’è risposta da parte di Álvarez de Toledo, al quale l’ex sindaco implora clemenza. Otto anni dopo, una si è ritirata dalla politica e dalla magistratura e si dedica al suo progetto di solidarietà Zapatelas con qualche intervento pubblico occasionale, mentre l’altra continua a fare politica ed è viceportavoce del Gruppo parlamentare popolare al Congresso e portavoce della Commissione costituzionale. Uno dei primi a rispondere al messaggio è stato Ramón Espinar, ex deputato di Podemos, che ha detto quel poco che si può dire in questi casi: “Ahahahahahah.” Tra i commenti, la maggioranza sono applausi e elogi.