Il ministro Nunes Marques, della Corte Suprema Federale, ha deciso di mantenere archiviato il procedimento che accusava l’ex deputato federale Ricardo Barros (PP-PR) di coinvolgimento in presunte irregolarità nell’acquisto dei vaccini indiani Covaxin contro il Covid-19, nel 2021.
La risposta si riferisce ad un appello presentato dai senatori Omar Aziz (PSD-AM), Randolfe Rodrigues (PT-AP) e Renan Calheiros (MDB-AL) affinché l’indagine contro Barros venga riaperta e venga aperta un’inchiesta.
Nel giugno 2023, Nunes Marques ha avviato il procedimento sulla base di una richiesta di archiviazione inviata dalla Procura generale (PGR), a seguito delle indagini aperte dalla Commissione parlamentare d’inchiesta Covid (CPI) al Senato.
All’epoca, il ministro della STF aveva affermato che non esisteva alcuna prova minima della partecipazione attiva e concreta di Barros alla costituzione, al finanziamento o all’integrazione di un’organizzazione criminale che provasse le accuse formulate dopo il rapporto finale del CPI, sfociato in una serie di procedimenti davanti all’STF per analizzare le prove prodotte.
Votando l’appello dei parlamentari, Nunes Marques ha affermato che non c’è bisogno di riaprire l’inchiesta. Nel parere, ha sottolineato che la PGR “non ha trovato prove della partecipazione del deputato federale Ricardo Barros ad un atto criminale, e non ha visto la necessità di misure probatorie che possano presentare un risultato utile per giustificare l’eventuale continuazione dell’azione penale”. atto.”
Il ricorso ha cominciato ad essere giudicato virtualmente dalla STF in una sessione virtuale, questo venerdì (29). Gli altri ministri hanno tempo fino a venerdì prossimo per esprimere il proprio voto. Nel formato virtuale, i giudici non discutono le loro posizioni, presentate in un sistema elettronico.
Ricorda il caso
Barros era il leader del governo Jair Bolsonaro (PL) alla Camera. Il suo nome è stato coinvolto nel CPI dopo che il deputato Luís Miranda (DEM-DF) e suo fratello, l’allora impiegato del Ministero della Salute Luís Ricardo Miranda, avevano dichiarato che l’ex presidente aveva detto che la trattativa per l’acquisto del vaccino “era una cosa” di Ricardo Barros.
Le accuse riguardavano l’intermediazione nell’acquisto di vaccini a prezzi ben superiori a quelli di mercato attraverso una presunta vicinanza del deputato – attuale Segretario dell’Industria e del Commercio dello Stato del Paraná – con l’azienda fornitrice del vaccino in Brasile, nonché pressioni sulla Ministero per completare l’acquisizione. Le dosi, però, non furono mai acquistate.