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Novembre blu: 47 morti al giorno dimostrano perché la prevenzione deve essere più importante del pregiudizio


L’urologo mette in guardia sui numeri allarmanti sul cancro alla prostata e dichiara che la prevenzione non dovrebbe essere un atto isolato solo questo mese

Divulgazione Dott. Carlo Sousa
Dott. Karlo Sousa, urologo dell’ospedale Santa Clara

Novembre sta finendo e con esso la campagna che tinge di blu i social network, avvertendo dell’importanza di prevenire cancro alla prostata. I dati sono sconcertanti. Secondo la Società Brasiliana di Urologia (SBU), il cancro alla prostata ha ucciso 17mila uomini in Brasile nel 2023, una media di 47 al giorno e lo scenario nel mondo appare preoccupante. La rivista scientifica internazionale Lancet prevede che il numero di nuovi casi di cancro alla prostata dovrebbe raddoppiare entro il 2040, da 1,4 milioni nel 2020 a 2,9 milioni nel 2040, il che significa che è necessario aumentare la consapevolezza sulla necessità di un follow-up medico.

“La prevenzione è raccomandata a chi ha una storia familiare o fattori di rischio di età superiore ai 45 anni. Chi non ce l’ha dovrebbe farsi consigliare a partire dai 50 anni e la prevenzione è annuale. Infatti, poiché uno dei fattori di successo della cura è la scoperta precoce della malattia, è necessario mantenere consultazioni regolari, per attuare realmente la prevenzione e dare una possibilità alla vita”, avverte il Dott. Karlo Sousa, urologo dell’ospedale Santa Clara.

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Lo specialista solleva un fatto curioso riguardo alla cura dei pazienti: la maggior parte di loro effettua la consultazione solo su richiesta della donna, sia essa la moglie, la compagna o la figlia. “In 15 anni di frequentazione, quando chiedo cosa ha portato il paziente a venire da me, la maggioranza risponde che è stata una decisione del partner e questo è anche accettabile visto il pregiudizio che gli uomini hanno sugli esami e su tutti i fatti legati ad essi UrologiaPurtroppo”.

Si dice comunemente che gli uomini si rivolgano al medico solo quando soffrono o quando qualcosa è in una fase acuta, secondo il medico. “Questa è una realtà perché noi siamo il sesso più forte, ma ciò non significa che non abbiamo bisogno o non possiamo prenderci cura di noi stessi, anzi. È necessario cambiare alcuni vecchi concetti perché la scienza si è evoluta, anche la medicina si è evoluta e il pensiero deve seguire”, avverte.

La diagnosi precoce aumenta del 90% le possibilità di guarigione, da qui l’importanza di non ricordarsi di consultare l’urologo solo a novembre. “Campagne come Novembre azzurro Ha sì un ruolo significativo di sensibilizzazione e finisce per informare gran parte della popolazione sull’importanza di aggiornarsi sugli esami, ma è sempre più necessario coltivare l’idea che il monitoraggio deve essere continuo», riflette.

La routine di prevenzione serve a ottimizzare un risultato positivo in caso di malattia. Sousa sfata anche alcuni dubbi riguardo il tanto temuto esame. “La maggior parte dei pazienti che arrivano all’esame con paura poi riferiscono che è stato più semplice di quanto si aspettassero. L’esame rettale digitale è semplice e veloce, dura circa 20-30 secondi e utilizziamo un anestetico per fornire maggiore comfort, quindi dobbiamo trasformare questo stereotipo secondo cui è qualcosa di così insopportabile o difficile perché in questa procedura noteremo cambiamenti nei tessuti , noduli o problemi a cui si può porre rimedio con più calma, se si esegue la routine preventiva qui menzionata”, conclude il medico.





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Luca

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