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Nonostante il calo dei rendimenti, i privati ​​manifestano il loro appetito per le cambiali | Mercati finanziari



Ultima asta di buoni a sei e 12 mesi nel 2024. In un momento in cui il mercato del debito attraversa uno sconvolgimento particolare, con paesi considerati tradizionalmente sicuri nel mirino, il Tesoro ha continuato a godere del favore degli investitori. L’agenzia dipendente dal ministero dell’Economia ha raccolto 4.748,21 milioni a tassi più bassi. Sebbene i rendimenti del debito abbiano superato i picchi, gli investitori non vogliono perdere le ultime opportunità per ottenere rendimenti interessanti prima che la BCE estenda il taglio dei tassi per evitare ulteriori danni all’economia. La domanda complessiva ha raggiunto gli 8.614,76 milioni, il che equivale ad un rapporto di copertura pari a 1,8 volte l’offerta. Notevoli le richieste dei singoli investitori che hanno superato i 2.188,79 milioni.

La maggior parte dell’emissione, 1.948,21 milioni, corrispondeva al riferimento semestrale. In linea con la riduzione che i rendimenti hanno sperimentato sul mercato secondario, il tasso marginale è sceso di un altro gradino e ora si attesta al 2,585%, inferiore al 2,882% dell’offerta precedente e al rendimento più basso dallo scorso gennaio. Questo taglio non ha intaccato l’appetito dei piccoli risparmiatori. Gli ordini non competitivi, che corrispondono per lo più a piccoli investitori, sono stati circa 1.233,39 milioni, un record fino ad oggi.

Sul debito a 12 mesi, il Tesoro ha assegnato 2,8 miliardi al 2,228%, il tasso più basso in 13 mesi. Le richieste da parte dei privati ​​per questa referenza sono rimaste solide e hanno raggiunto i 955,44 milioni, la cifra più alta dallo scorso agosto.

Nel 2024, i rendimenti del debito hanno registrato una notevole inversione di tendenza, soprattutto nei riferimenti a brevissimo termine, i più sensibili alle variazioni del prezzo del denaro. Dopo il 2023 in cui la BCE, al passo con le altre due principali banche centrali, ha accelerato l’aumento dei tassi per frenare l’inflazione, gli investitori si chiedono ora quanto ulteriormente i tassi scenderanno e a quale ritmo. Da quando Christine Lagarde ha effettuato il primo taglio dei tassi nella zona euro in più di otto anni lo scorso giugno, l’istituzione europea ha ripetuto il movimento in altre due occasioni, concatenando due tagli consecutivi per la prima volta dalla crisi dell’euro.

Sebbene l’inflazione si sia attenuata, negli ultimi rilevamenti mensili il tasso è leggermente aumentato ed è superiore all’obiettivo del 2%. Nonostante ciò, il mercato ritiene che questa volta la BCE darà priorità alla crescita. Gli ultimi indicatori mostrano che la salute economica della zona euro sta cominciando a indebolirsi. Se finora il settore dei servizi era quello che aveva retto meglio al ritmo, gli ultimi dati mostrano che il settore sta cominciando ad entrare nella zona di contrazione. Nei suoi ultimi interventi, il capo economista della BCE, Philip Lane, ha affermato che le prossime decisioni future risponderanno ai rischi futuri proprio in un momento in cui molti avvertivano che il rischio non è più l’inflazione ma la crescita.

In un contesto di tassi più bassi, i rendimenti del debito continueranno a scendere, il che rappresenta un’ancora di salvezza per gli emittenti pubblici e privati. Il Tesoro ha già cominciato a notarlo. La riduzione del prezzo del denaro, unita alla fiducia che gli investitori hanno nell’economia spagnola, ha permesso all’organizzazione guidata da Paula Conthe di ridurre il costo delle nuove emissioni e il tasso medio del debito in circolazione. Nel mese di ottobre, ultimo mese per cui sono disponibili i dati, il tasso medio sulle nuove emissioni si è attestato al 2,876%, 108 punti base in meno rispetto al 3,957% registrato un anno fa, quando i tassi si attestavano al 4,5% rispetto all’attuale 3,25%. Da parte sua, il costo del debito residuo si aggira intorno al 2,21%.



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