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Non c’è la realtà virtuale e manca un mese: gli abitanti di San Paolo hanno bisogno di 710 R$ extra per completare il beneficio


I lavoratori hanno bisogno R$710 in più al mese completare le spese con il beneficio del buono pasto (VR), a San Paolo.

Questo è ciò che mostra un sondaggio esclusivo di Plusee. I buoni pasto sono diventati più piccoli mentre il piatto è più caro, il che rivela gli effetti dell’inflazione e del costo della vita.

Lo studio ha dimostrato che il beneficio ora copre solo 10 giorni lavorativi nel paeseconsiderando il costo medio di un pasto completo di R$59,67, che comprende piatto, bevanda, dolce e caffè.

Questo scenario tiene conto del valore attuale di VR. Nel mese di novembre, il beneficio è costato, in media, R$668,42. Ma a dicembre c’è stato un calo a R$600,50 al mese.

È da questa riduzione che lo studio ha scoperto che i residenti di San Paolo affrontano un deficit mensile per nutrirsi e mantenere un livello minimo di benessere degno di lavorare.

“L’impatto dell’inflazione sui costi dei pasti non è solo un problema finanziario, ma anche un ostacolo alla qualità della vita e al benessere dei lavoratori. Questo è un punto di attenzione per le aziende che desiderano rafforzare il proprio rapporto con i dipendenti, soprattutto in uno scenario di fidelizzazione dei talenti sempre più impegnativo”, ha affermato Antônio Alberto Aguiar, direttore esecutivo degli stabilimenti di Pluxee.

Inflazione ufficiale, misurata da Indice generale dei prezzi al consumo (IPCA)si collocava al 4,83% nel 2024, secondo i dati diffusi questo venerdì dall’Istituto brasiliano di geografia e statistica (IBGE) (10).

Nel frattempo, l’obiettivo di inflazione fissato dal governo per la Banca Centrale (BC) era del 3% annuo, ovvero l’inflazione ha superato il tetto e continua senza mostrare segni di raffreddamento.

Ma non è solo l’inflazione a pesare sul piatto dei lavoratori. In questo contesto rientra anche la mancanza di adeguamento del beneficio VR.

“L’inflazione accumulata negli ultimi anni ha messo sotto pressione il costo dei pasti, mentre restano praticamente stabili i valori delle prestazioni offerte dalle aziende. Ciò crea uno squilibrio che incide direttamente sui bilanci dei lavoratori”, sottolinea Aguiar.

A livello nazionale, il VR copre solo 10 dei 22 giorni lavorativi del mese, costringendo il lavoratore a spendere di tasca propria circa R$ 638,59 per integrare un beneficio previsto dalla legislazione del lavoro per chi lavora con contratto formale.

La traiettoria della variazione della realtà virtuale attira l’attenzione delle aziende. Nel 2019 il beneficio era sufficiente a coprire 18 giorni lavorativi del mese. Secondo lo studio, nel 2022 tale numero è sceso a 13 giorni e si è stabilizzato a 11 giorni nei due anni successivi.

Tuttavia, l’anno 2024 ha segnato un altro calo del valore del VR a causa dell’inflazione e dell’aumento del costo della vita.

Pix 5.000 R$: le entrate non conosceranno l’origine o la destinazione del trasferimento



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