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Neymar è finito per il calcio? Il 2025 risponderà – 01/02/2025 – Il mondo è una palla


Il calciatore brasiliano più famoso degli ultimi quindici anni, Neymar ha fatto notizia più nel 2024 per quello che ha fatto fuori dal campo che dentro.

Potevo. Ha dovuto affrontare un lungo recupero dopo un grave infortunio al ginocchio sinistro subito durante una partita con la squadra brasiliana nell’ottobre dello scorso anno, che ha richiesto un intervento chirurgico. Quando è tornato, 12 mesi dopo, ha subito un altro infortunio, alla coscia.

Risultato: ha chiuso l’anno con due partite valide per la competizione, sia per il suo club attuale, il saudita Al Hilal, sia per la Champions League asiatica, entrambe arrivate nel secondo tempo. Zero gol, zero assist.

Lontano dalle quattro righe, l’aggressore, seguitissimo sui social (solo su Instagram ha 227 milioni di follower, un numero superiore alla popolazione del Brasile), è rimasto coinvolto in un alterco verbale con l’attrice Luana Piovani ed è stato multato. per una presunta infrazione ambientale nella sua villa a RJ, vendette un’altra villa, a SP, alla coppia Maíra Cardi e Thiago Nigro, si riconciliò con Bruna Biancardi (madre di uno dei suoi tre figli e incinta del quarto).

Popolarità in genere significa ammirazione e sono sicuro che la stragrande maggioranza delle persone che seguono Neymar vedono in lui un idolo, un esempio di successo professionale, uno sportivo di prim’ordine.

C’è però chi lo considera finito per il calcio, o, se non tanto, sopravvalutato, elogiato oltre quello che dovrebbe essere.

Molti lettori di questo FoglioIn effetti, la pensano così. I commenti nei testi riguardanti la maglia numero 10 contengono parole poco lusinghiere: “inganno”, “falso”, “puro marketing”, “defunto Ney”, “cattivo senza di lui, peggio con lui”.

Un’immagine mal gestita aiuta con le critiche, poiché il giocatore è ostentato quando si veste (compresi i gioielli di lusso), pubblicizza società di scommesse (scommesse) e non si preoccupa di apparire amichevole con chi non è “simile”.

E la storia con la squadra brasiliana aiuta molto di più nelle critiche: ha giocato tre Mondiali (2014, 2018 e 2022) da protagonista e ha lasciato ognuno senza coppa. Non dovrebbe essere così, perché il calcio è uno sport di squadra, ma “il Brasile non ha vinto? È colpa loro”.

Detto questo, Neymar, che compirà 33 anni a febbraio, ha una doppia sfida per il 2025.

1) Dimostrare di essere in grado fisicamente di giocare ad alti livelli, come ha fatto per gran parte della sua carriera; Se il corpo non può rispondere, non c’è nessuna testa che possa risolverlo.

2) Dimostrare che, se il corpo lo permette, la testa è prevalentemente concentrata sul calcio. Che ha ancora gol, vittorie, titoli. Che sia motivato.

Questo è un aspetto cruciale: la motivazione. Ho dei dubbi su quanto Neymar sia entusiasta di giocare a calcio professionistico, se provi lo stesso piacere di prima.

Se è in sintonia con il calcio, cosa gli offre il calendario dei prossimi mesi per raccogliere dividendi? I fronti sono due: club e Nazionale.

Nell’irrilevante calcio saudita, vincere il titolo nazionale con l’Al Hilal non è un grosso problema. Neymar deve brillare nella Champions League asiatica, essere votato come il migliore della competizione (in corso; la finale è a maggio).

Per poi condurre la squadra ad un’avventura storica nella Supercoppa del Mondo FIFA (con 32 club, a giugno e luglio, negli USA).

In Nazionale, essendo in forma, Neymar sarà convocato da Dorival Júnior. E, per come ha giocato (male), il Brasile ha tutto per essere, ancora una volta, una figura vitale.

È, volenti o nolenti, il capocannoniere con la maglia gialla (79 gol, più dei 77 di Pelé, secondo i conti FIFA). In teoria non puoi farne a meno. In pratica, solo lui stesso può dirlo.


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