Múcio difende la trasparenza nelle indagini sul presunto colpo di stato
Il ministro della Difesa José Múcio ha difeso la trasparenza nelle indagini su un presunto complotto di colpo di stato che coinvolgeva personale militare. Secondo il ministro, più l’indagine sarà “pulita”, meglio sarà per gli innocenti.
Múcio ha sottolineato che non è opportuno utilizzare il caso per generalizzare l’immagine delle Forze Armate. Inoltre, secondo il ministro, spetterà alla Polizia Federale (PF) e alla Procura Generale indagare sull’episodio.
È stata consegnata la dichiarazione del ministro CNN Brasilequesto lunedì (2).
Il mese scorso, il PF ha incriminato l’ex presidente Jair Bolsonaro (PL) e altre 36 persone – tra cui militari, ex ministri e alleati – nell’indagine sul presunto tentativo di colpo di stato.
“Operazione Controcoup”
Il 19 novembre, il PF ha arrestato quattro soldati dell’esercito e un ufficiale della polizia federale con l’accusa di aver preparato il “piano di colpo di stato” dopo le elezioni presidenziali del 2022.
Secondo il PF, il presunto piano prevedeva anche una strategia per assassinare il presidente Lula (PT), il vicepresidente Geraldo Alckmin (PSB) e il ministro del Tribunale supremo federale (STF), Alexandre de Moraes.
Secondo il rapporto, i militari lavoravano nelle forze speciali, le cosiddette “bambini neri” – e l’ufficiale di polizia federale lavorò addirittura sulla sicurezza dell’allora eletto Lula durante la transizione, facendo trapelare informazioni “a persone vicine all’allora presidente Jair Bolsonaro (PL), che aderivano direttamente al tentativo di colpo di stato”.
Secondo l’inchiesta, dopo le esecuzioni verrebbe istituito un “gabinetto di crisi”, comandato dai generali Augusto Heleno e Braga Netto.
La Marina ha contestato l’indagine
La settimana scorsa, in una nota, la Marina brasiliana ha contestato gli estratti del rapporto della Polizia Federale (PF) che indicano l’adesione dell’ammiraglio Almir Garnier, ex comandante della Marina, al presunto piano.
Nel rapporto il PF evidenzia uno scambio di messaggi che rafforza la tesi del coordinamento militare tra le Forze Armate. In un messaggio intercettato dal PF, un contatto chiamato “Riva” dice: “L’Alte Garnier è un PATRIOTA. Avevano pronti i carri armati nell’Arsenale”.
Secondo le indagini, il messaggio sarebbe stato inoltrato al tenente colonnello Mauro Cid, ex assistente d’ordinanza dell’ex presidente Jair Bolsonaro (PL), dal tenente colonnello in pensione Sergio Cavaliere.
“I messaggi inviati dal contatto Riva confermano tuttora l’adesione dell’ammiraglio Almir Garnier al tentativo di colpo di stato”, ha affermato il PF.
L’inchiesta della PF sottolinea che il piano non fu attuato perché gli allora comandanti dell’Esercito, Marco Antônio Freire Gomes, e dell’Aeronautica, Carlos Almeida Baptista Junior, non erano d’accordo.
“Non c’è mai stato un ordine, una pianificazione o una mobilitazione di veicoli blindati per realizzare azioni che tentassero di abolire lo Stato di diritto democratico”, si legge in un estratto della nota della Marina.
La Forza ha inoltre affermato che “la costante disponibilità delle risorse navali, aeree e marine non è stata e non sarà dirottata al servizio di iniziative che impediscono o limitano l’esercizio dei poteri costituzionali”.