In un contesto globale sempre più competitivo e caratterizzato da profondi cambiamenti sociali, le università sono certe che la conoscenza sia la risposta a molte delle sfide presenti e future. Affrontare sfide condivise come la transizione ecologica, la trasformazione digitale e anche le crescenti disuguaglianze sociali con garanzie richiede un impegno deciso nella ricerca, nello sviluppo e nell’innovazione, nella formazione in tutte le fasi della vita e nella promozione della riflessione di fronte alle realtà complesse che tutte queste trasformazioni comportano.
Siamo di fronte a un momento decisivo per decidere se, come Paese, siamo impegnati ad essere in prima linea nella generazione di conoscenza come motore di trasformazione sociale ed economica. Se ci impegniamo in questo senso, è adesso che dobbiamo sostenere le università, in quanto istituzioni di istruzione superiore e di ricerca, e potenziare le nostre capacità formative, scientifiche e di innovazione al servizio della società, del progresso e del bene collettivo. E tale impegno, a sua volta, implica affrontare le sfide strategiche del sistema universitario con determinazione, coraggio e volontà politica.
Il primo è aumentare gli investimenti nell’istruzione universitaria. La Legge Organica sul Sistema Universitario (LOSU) riconosce nel preambolo il “finanziamento insufficiente” dell’università pubblica spagnola e nei suoi articoli propone di “destinare almeno l’1% del prodotto interno lordo (PIL) alla spesa pubblica per l’università pubblica”. istruzione in tutto lo Stato”.
Una proposta che attenuerebbe le differenze con i Paesi che ci circondano e ci consentirebbe di competere ad armi pari con gli altri sistemi universitari. Si intende qui competere, aumentare la rilevanza per la società della conoscenza generata. Inoltre, secondo il rapporto Education at a Glance 2023 dell’OCSE, la spesa per studente negli istituti di istruzione superiore spagnoli è inferiore del 20,7% rispetto alla media OCSE. È quindi urgente specificare come verrà realizzato questo ulteriore investimento di oltre 3.000 milioni annui da qui al 2030.
Un’altra sfida è attrarre talenti per garantire il ricambio generazionale del personale docente e di ricerca.
È inoltre prioritario stabilire un quadro di bilancio che garantisca l’obiettivo della strategia spagnola per la scienza, la tecnologia e l’innovazione di investire il 2,12% del PIL nel 2027. La Spagna è al sesto posto tra le università nella Top 1000 dell’Academic Ranking of World Universities (ARWU) 2024, nonostante siamo il terzultimo paese per spesa in ricerca e sviluppo tra i 24 paesi analizzati nel rapporto “L’Università Spagnola in Cifre” da CRUE. Anche se praticamente l’intero sistema pubblico si colloca nell’ambito di istituzioni di riconosciuta qualità internazionale e la posizione generale viene mantenuta, è necessario avvertire che perderemo posizioni a partire dal 2022. Vale la pena ricordare che la spinta delle università cinesi, spinte da formidabili investimenti nell’istruzione superiore nel suo paese, sta addirittura soppiantando quelli degli Stati Uniti.
Un’altra sfida è attrarre talenti per garantire il ricambio generazionale del personale docente e di ricerca. Lui Informare CYD 2023 colloca al 20% la percentuale di professori universitari che andranno in pensione nel prossimo decennio e avverte della necessità che le università abbiano “maggiore autonomia nelle assunzioni per consentire politiche più flessibili per attrarre, trattenere e stabilizzare il personale docente”. Ancora una volta, il confronto con i paesi vicini ci mette in una brutta posizione: la Spagna occupa la posizione 27 su 35 in termini di autonomia nella gestione del personale docente, secondo l’Autonomy Scorecard dell’Associazione universitaria europea.
La forza del sistema universitario dipende anche dalla sua internazionalizzazione. Le alleanze europee sono uno strumento adeguato per promuovere la cooperazione strategica oltre la mobilità e, in questo senso, siamo ben posizionati. La Spagna, con 54 università consorziate, è classificata come il paese terzo con il maggior numero di istituzioni nell’iniziativa Università europee, ma non dobbiamo fare affidamento sul buon lavoro delle università e questi consorzi devono essere dotati delle risorse tecniche ed economiche necessarie. Inoltre, questa prospettiva globale deve andare oltre l’Europa e, con la stessa determinazione, dobbiamo consolidare uno Spazio della Conoscenza Iberoamericano, basato sulla fiducia tra i sistemi, senza dimenticare di guardare verso l’Asia e l’Africa.
Senza dubbio ci troviamo anche di fronte alla necessità di ridefinire l’offerta formativa in un contesto di ridotti cambiamenti demografici e di aumento della didattica universitaria in presenza, ovvero dell’offerta di cicli formativi non universitari. Di fronte ai nuovi contesti, le università devono proporre modelli di apprendimento flessibili e offrire soluzioni per facilitare la specializzazione, il riciclo professionale e garantire la formazione permanente.
E un obiettivo che deve essere sempre presente, almeno se vogliamo garantire la funzione dell’università come ascensore sociale, è quello di migliorare l’accesso e l’equità. Ciò implica considerare l’istruzione superiore come un servizio pubblico probabilmente non redditizio dal punto di vista economico, ma che deve garantire la possibilità di proseguire gli studi universitari a tutte le persone che hanno le potenzialità per accedere all’università, indipendentemente dalle loro caratteristiche personali, economiche o dal luogo di residenza, di abitazione essendo, in questo momento, uno dei maggiori problemi che affliggono gli studenti.
Non possiamo deludere i giovani spagnoli che credono nell’Università perché la vedono come uno spazio di opportunità e un investimento per il futuro. Dal 2008 il corpo studentesco universitario è cresciuto del 18%, mentre la popolazione giovane è diminuita del 20%. E, infatti, questo è il corso universitario con più studenti nella storia della Spagna, in cui più di 1.800.000 persone completeranno studi di laurea, master o dottorato, un record storico che dimostra il prestigio sociale dell’università nel nostro Paese. Paese.
In sintesi, le università hanno dimostrato nel corso della storia il loro contributo al progresso sociale. Questa è stata ed è la sua grande missione. Proprio per questo dobbiamo scommettere, oggi più che mai, sull’Università e permettere che nuove sfide e soluzioni ai problemi emergenti siano affrontate con una visione sociale.