Il Movimento brasiliano degli avvocati di destra accusa il ministro della STF Alexandre de Moraes di aver violato la legge sull’esecuzione penale ordinando il nuovo arresto dell’ex deputato federale Daniel Silveira, con l’accusa di non aver rispettato le misure precauzionali richiedendo cure mediche nelle prime ore dell’udienza. mattina, a Petrópolis.
Silveira, rilasciato sulla parola il 20, si è recato all’ospedale Santa Tereza la notte successiva. Secondo la documentazione medica lamentava “dolore lombare che si irradiava al fianco e una storia di insufficienza renale”.
Dopo gli esami del sangue e delle urine, è stato rilasciato con la raccomandazione di consultare un nefrologo. È arrivato a casa alle 2:10, il che, per Alexandre de Moraes, ha costituito una violazione delle condizioni della sua libertà vigilata (rimanere a casa tra le 22:00 e le 6:00). Il ministro ha sostenuto che avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione giudiziaria per recarsi in ospedale.
In una nota pubblica, il collegio di oltre 6mila avvocati ha sottolineato che Moraes non ha tenuto un’udienza di giustificazione con il condannato né ha convocato la difesa, come previsto dalla legge, prima di revocare il beneficio. L’articolo 118 della legge sull’esecuzione penale stabilisce che, in caso di colpa grave, il condannato deve essere ascoltato preventivamente prima di ritornare al regime più rigoroso.
Mancanza di rispetto per i diritti fondamentali
“La giurisprudenza è chiara: l’udienza di giustificazione è essenziale, soprattutto nei casi di regressione del regime, e non può essere sostituita da motivazioni scritte. Situazioni di forza maggiore, come la necessità di cure mediche, devono essere valutate con ragionevolezza, soprattutto in termini di umanità, per evitare decisioni che non rispettino i diritti fondamentali”, si legge nella nota degli avvocati.
Per il gruppo di avvocati di destra preoccupa “l’inerzia delle Camere Legislative nel frenare gli abusi di potere e nel difendere i precetti costituzionali”. “Chiediamo al Congresso Nazionale di assumere il suo ruolo costituzionale di monitoraggio e bilanciamento dei poteri, promuovendo azioni efficaci contro eventuali abusi e garantendo che la giustizia sia applicata in modo imparziale ed equo”, hanno scritto.
Si avverte inoltre che “il confine tra giustizia e vendetta è labile e va osservato con attenzione affinché il sistema giudiziario non diventi uno strumento di persecuzione personale o politica”.