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Moraes è il “nemico dichiarato” di Bolsonaro, afferma la difesa dell’ex presidente



L’avvocato Paulo Cunha Bueno, che difende l’ex presidente Jair Bolsonaro (PL) per il suo presunto coinvolgimento in un tentativo di colpo di stato, afferma che sta lavorando affinché venga giudicato “da giudici imparziali” in un tribunale competente.

Questo perché ritiene che il relatore del presunto tentativo di colpo di stato, il ministro Alexandre de Moraes, del Tribunale federale (STF), sia un “nemico dichiarato del mio cliente”.

“Non sto criticando il ministro Moraes, ma questa è la realtà. Sarei ingenuo ignorarlo e ipocrita negarlo”, ha affermato l’avvocato in un’intervista a GloboNews. Lui, però, ha evitato di commentare se ci sia la possibilità che l’ex presidente venga arrestato prima o poi.

Paulo Cunha Bueno ha sottolineato che Bolsonaro non era a conoscenza del fatto che persone a lui vicine stavano elaborando un piano di colpo di stato e che lui stesso non avrebbe tratto beneficio dalla presunta rottura democratica. L’indagine della polizia federale che lo ha incriminato indica che verrebbe formata una giunta militare.

“Questo è testualizzato lì, […] non sarebbe Bolsonaro. Sarebbe quel gruppo”, ha detto riferendosi alla giunta formata dai generali Augusto Heleno, Walter Braga Netto e Mario Fernandes.

“Ciò che mi auguro in primo luogo, e lo sosterrò fino alla fine, è che il mio cliente venga giudicato dal Tribunale competente, da giudici imparziali e non da nemici personali. Questo è il minimo che qualcuno accusato, qualcuno eventualmente, ha diritto di avere”, ha sottolineato.

Cunha Bueno ha anche criticato il fatto che tanti casi legati a Bolsonaro, come i gioielli ricevuti in dono da leader stranieri e la presunta falsificazione della tessera di vaccinazione contro il Covid-19, siano in corso di elaborazione presso la STF.

Per l’avvocato, la Polizia Federale collega all’ex presidente fatti “lontani se non collegati” e a lui sconosciuti, come il presunto piano del “Pugnale Verde e Giallo” per uccidere l’allora presidente eletto Luiz Inácio Lula da Silva (PT), il vice Geraldo Alckmin (PSB) e lo stesso ministro Moraes.

Ha inoltre sottolineato che Bolsonaro è stato costretto ad agire contro il risultato delle elezioni, che ha ricevuto diverse proposte, ma che non ha aderito a nessuna di esse tranne quella di mettere in discussione le macchine per il voto elettronico attraverso una rappresentanza di PL presso la Corte Elettorale Superiore ( TSE), che non fu accettata da Moraes – allora presidente della Corte.

“Non ha mai aderito nemmeno ad una proposta di difesa dello Stato. Non era suo obbligo denunciarlo se effettivamente non c’era”, ha sottolineato.



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Luca

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