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Moraes cita Moraes 44 volte nella decisione sul presunto colpo di stato – 20/11/2024 – Power


Nel testo in cui ha autorizzato l’operazione della Polizia Federale effettuata questo martedì (19)il ministro di STF (Supremo Tribunale Federale) Alessandro di Moraes è stato il protagonista della propria decisione, riproducendo 44 citazioni da se stesso.

Il magistrato figura nelle indagini dell’ Polizia federale accanto a Lula (P.T) e Geraldo Alckmin (PSB) come obiettivi di assassinio per il complotto golpista avvenuto alla fine del governo di Jair Bolsonaro (PL) —politici citati nella stessa decisione rispettivamente 16, 12 e 28 volte.

Quella di martedì è l’ennesima operazione in cui il ministro della STF appare fuori dal ruolo esclusivo di giudice. Questa volta come protagonista del caso indagato, viene menzionato nella decisione in terza persona.

“La rappresentanza di polizia evidenzia che, con l’approfondimento delle indagini, dallo svolgimento dell’operazione Tempus Veritatis e dall’analisi dei dati conservati sui cellulari sequestrati
potere di Rafael Oliveira [um dos investigados]”l’indagine è riuscita a identificare nuovi elementi di prova che dimostrano l’effettiva realizzazione di atti diretti a pianificare, organizzare ed eseguire azioni di monitoraggio da parte del ministro Alexandre de Moraes””, ha scritto il ministro in uno dei riferimenti a se stesso, riproducendone parte di un estratto della commedia poliziesca.

UN Foglio Ha cercato Moraes attraverso i servizi di consulenza della STF, ma non ha ricevuto risposta.

Una serie di resoconti da Foglio ha dimostrato, sulla base di conversazioni con un suo ex consigliere presso il TSE (Tribunale Elettorale Superiore), che nelle indagini sull’inchiesta sulle fake news, Moraes ha agito fuori rito, adottando atteggiamenti che in un normale processo sono di competenza della Polizia Federale (l’organismo che indaga) e la Procura Generale (l’organismo che formula le accuse).

Tra gli altri casi, le conversazioni lo indicano gli obiettivi delle indagini venivano scelti dal ministro o dal suo giudice aggiuntoche Moraes si è avvalso dell’organismo anti-disinformazione della TSE raccogliere informazioni e produrre rapporti contro i manifestanti che hanno insultato lui e i suoi colleghi e quello ha ordinato un rafforzamento contro X (ex Twitter) Dopo Elon Musk rifiutarsi di moderare i contenuti secondo i termini difesi dal giudice.

Dopo la pubblicazione dei rapporti, il ministro della STF ha aperto d’ufficio (senza provocazioni esterne) un’indagine sulla fuga di messaggi scambiato tra i suoi assistenti. In ancora un’altra azione che caratterizza se stesso come personaggio.

La menzione di un attacco alle istituzioni è servita da argomento al ministro per accumulare indagini sotto il suo comando dal 2019, con il controverso inchiesta sulle fake news e le sue conseguenze.

Quando è stata aperta, questa inchiesta si proponeva di indagare sull’esistenza di fake news, notizie diffamatorie e minacce contro i membri della STF e le loro famiglie. Ha finito per servire da motivazione per molte delle decisioni del ministro.

Criticata fin dall’inizio, l’inchiesta è una sorta di sintesi della controversia che circonda la discussione sui poteri di Moraes.

È stato aperto senza richiesta da parte del Pubblico Ministero, sulla base di un’interpretazione ampia dei regolamenti interni della corte e ha acquisito legittimità man mano che le minacce alla corte e alla democrazia stessa crescevano di volume sotto il governo Bolsonaro.

Uno dei principali argomenti a favore della continuazione dell’indagine era che altre istituzioni, come la PGR di Augusto Aras, tacevano.

Nominato relatore dell’inchiesta sulle fake news senza pareggio, Moraes è diventato il bersaglio dei bolsonaristi e ha adottato una serie di indagini, con alcune decisioni considerate troppo dure e, a volte, controverse.

Dopo l’amministrazione Bolsonaro, l’indagine continua ancora oggi, a più di cinque anni e mezzo dalla sua apertura.

Nell’inchiesta sul progetto di decreto per l’attuazione del piano golpista, con l’arresto di diverse autorità, tra cui lo stesso Moraes, la difesa di Bolsonaro ha addirittura chiesto la destituzione del ministro sostenendo che sarebbe stato una “vittima diretta” della condotta indagata e che aveva interesse per l’esito del processo.

Il presidente della STF, Luís Roberto Barroso, ha respinto la richiesta, definendola generica, soggettiva e priva di base giuridica. Egli ha affermato che occorre dimostrare “in modo chiaro, obiettivo e concreto l’interesse diretto all’azione del ministro che si presume impedito”.

In precedenti occasioni Moraes aveva rinunciato ad alcune indagini. Il caso principale a cui ha rinunciato – ma solo in parte – risale al maggio di quest’anno, quando ha ordinato alla PF di arrestare due sospettati di coinvolgimento in minacce contro di loro e le loro famiglie.

All’epoca furono arrestati il ​​marine Raul Fonseca de Oliveira e suo fratello Oliverino de Oliveira Júnior.

Il ministro si è poi dichiarato incapace di proseguire il caso, ma ha continuato con la denuncia relativa al presunto reato di tentativo di abolire lo stato di diritto democratico attraverso l’uso della violenza o gravi minacce.

Di conseguenza, Moraes all’epoca mantenne la carcerazione preventiva dei due indagati, sottolineando che esistevano “forti prove della paternità”.

Nel luglio dello scorso anno, il PF ha aperto un’indagine dopo che lui e la sua famiglia sono stati molestati da un gruppo di brasiliani all’aeroporto internazionale di Roma. Successivamente, ha dichiarato il ministro impedito di partecipare al processo collegiale di due ricorsi in questa inchiesta.

Gli esperti hanno criticato la gestione da parte di Moraes dei casi che lo riguardano direttamente, sostenendo principalmente che ciò pregiudica la necessaria imparzialità di un giudice. I difensori della posizione del ministro sostengono che le sue azioni erano necessarie per contenere gli eccessi e gli impulsi golpisti sotto Bolsonaro.



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