L’accordo per la fornitura di batterie al litio è stato concluso in occasione di un “vertice sulle materie prime critiche” a Belgrado, a cui ha partecipato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. L’accordo potrebbe ridurre la dipendenza dell’Europa dalla Cina e avvicinare la Serbia, che ha stretti rapporti con Russia e Cina, all’UE.
Migliaia di persone hanno protestato lunedì in Serbia contro un progetto di estrazione del litio che il governo ha firmato con l’Unione Europea all’inizio del mese. Gli ambientalisti e i gruppi di opposizione hanno criticato l’accordo, affermando che causerebbe danni ambientali irreversibili e porterebbe pochi benefici ai cittadini. La TASR ne dà notizia, secondo un rapporto dell’AP.
La Serbia possiede vasti depositi di litio nei pressi della città di Loznica, sede di un controverso progetto della società mineraria Rio Tinto. All’inizio di luglio, un tribunale serbo ha permesso al governo di riprendere il progetto, che era stato sospeso dopo le proteste di massa del 2022. Secondo l’AP, queste proteste sono state la sfida più grande che il presidente serbo Aleksandar Vucic ha affrontato finora.
All’epoca, il governo aveva revocato i permessi concessi a Rio Tinto a causa delle preoccupazioni della popolazione per le conseguenze ambientali. Il tribunale dichiarò che la cancellazione di questi permessi “non era conforme alla costituzione e alla legge”.
Il Presidente Vucic ha annunciato che i lavori di scavo non inizieranno prima del 2028 e che il governo chiederà solide garanzie ambientali prima di autorizzare gli scavi. Alcuni funzionari governativi hanno lasciato intendere che potrebbe essere indetto un referendum sulla questione.
I manifestanti che si sono riuniti lunedì nelle città serbe hanno dichiarato di non fidarsi del governo e di non voler permettere che gli scavi vengano portati avanti. Nella città di Sabac, i manifestanti hanno sventolato bandiere serbe e hanno marciato per la città dopo la fine della manifestazione.