Meta regge lo scontro con STF cambiando moderazione – 07/01/2025 – Potenza
UN Meta (proprietario di FacebookInstagram e WhatsApp) è in conflitto con STF (Corte suprema federale) al momento in cui annuncio cambiare insieme nelle sue pratiche di moderazione dei contenuti.
La STF è nel mezzo di una sentenza riguardante il regime di responsabilità delle piattaforme digitali per quanto riguarda i contenuti dei loro utenti.
Il mese scorso è stato rilasciato Meta utilizzo in cui critica le proposte avanzate nel processo e difende la necessità di raggiungere una “soluzione equilibrata” con “linee guida chiare”. L’azienda parla di democrazia quando affronta il tema in discussione alla Corte Suprema.
“Nessuna grande democrazia al mondo ha mai tentato di attuare un regime di responsabilità per le piattaforme digitali simile a quanto suggerito finora nella sentenza STF”, si legge nella nota, che poi cita norme di Unione Europea, Stati Uniti e Germania .
Questo martedì (7), annunciando misure che avrebbero effettivamente posto fine al suo programma di verifica dei fatti di lunga data, l’amministratore delegato dell’azienda, Marco Zuckerbergha attaccato anche le “decisioni segrete” dei tribunali latinoamericani.
Senza citare esplicitamente la STF, Zuckeberg afferma che il governo americano deve aiutare a combattere ciò che viene fatto dalla magistratura nella regione. “I paesi dell’America Latina hanno tribunali segreti che possono ordinare alle aziende di rimuovere i contenuti in silenzio,” ha detto.
Prima dell’inizio della pausa, il presidente della FST, Luis Roberto Barrosoha sostenuto che la norma attuale sulla responsabilità delle piattaforme di social media essere dichiarato solo parzialmente incostituzionale.
La Corte dibatte sulla costituzionalità dell’articolo 19 del Marco Civil da Internet. Prevede che le big tech possano essere ritenute responsabili delle pubblicazioni di terzi, pagando un risarcimento, solo se non agiscono dopo una decisione del tribunale, ad eccezione dei casi di violazione del copyright e di immagini di nudo non consensuali.
Per Barroso l’articolo 19 è insufficiente per lo scenario attuale, che richiederebbe una regolamentazione, ma non va ribaltato del tutto. Egli ha sostenuto che, in caso di delitti e delitti contro l’onore, dovrebbe continuare ad applicarsi la necessità di una previa decisione giudiziaria.
Con ciò il presidente della STF ha aperto una divergenza rispetto ai due ricorsi segnalati dai ministri I giorni di Toffoli e Luiz Fuxche ha votato per la completa incostituzionalità della norma attuale.
La discussione si interrompe dopo il suo voto con la richiesta di revisione (più tempo per l’analisi) da parte di André Mendonça. Pertanto il processo dovrebbe riprendere solo adesso, dopo la sospensione.